Iran, la storia drammatica di Mahak Hashemi, l’ultima vittima della repressione

Iran, la storia drammatica di Mahak Hashemi, l'ultima vittima della repressione

Iran, la storia drammatica di Mahak Hashemi, l’ultima vittima della repressione alle proteste scoppiate in Iran

Colpevole di aver sostituito il velo con un cappello da baseball. Sarebbe questa la motivazione che sta dietro la morte di Mahak Hashemi, la sedicenne iraniana che da qualche tempo aveva deciso di uscire senza velo e di iscriversi al movimento di protesta.

Lo scorso 24 novembre Mahak era uscita, come tutti i giorni, dalla sua casa a Shiraz, ma non ne ha fatto più ritorno. Sarebbe stata arrestata e malmenata. Secondo quanto riportato dagli organi di stampa italiani, sarebbe stata picchiata a tal punto da sfigurarle il viso e renderla irriconoscibile. Inoltre, la polizia le avrebbe spezzato la schiena a bastonate e ne avrebbe proibito il funerale.

Mahak Hashemi era orfana di madre e con il padre si prendeva cura di due sorelle minori. Per 48 ore, il padre non ha avuto sue notizie, poi ha ricevuto la chiamata della polizia con l’invito a recarsi in obitorio per riconoscere due cadaveri senza nome. Tra le due vi era proprio quello della figlia. La polizia ha liquidato le cause della morte della giovane come un “incidente”, stessa motivazione data nel caso della morte di Mahsa Amini lo scorso settembre.

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In Iran non si fermano le proteste, che il regime teocratico cerca di reprimere con la violenza. Shiraz è una delle città maggiormente interessata dalle proteste, ma in tutto l’Iran si contano manifestazioni. Fino ad ora, secondo il conteggio tenuto da media indipendenti e dalle Ong, le persone arrestate fino sono più di 14 mila, mentre le vittime sarebbero 416. Numeri che le autorità iraniane non confermano.

Fonte immagine: https://twitter.com/Bijan63/status/1597206214449852416/photo/1

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