Il presidente nazionale dell’Ordine Carlo Bartoli su Prodi: “I giornalisti meritano rispetto”

Il presidente si è soffermato sugli episodi Prodi e Donzelli
“I giornalisti esigono rispetto, è il momento di mettere fine una volta per tutte a comportamenti inaccettabili. Non si possono tirare i capelli ad una cronista. Non si possono lanciare insulti volgari e triviali o chiedere l’allontanamento di un giornalista. Quelli recenti di Prodi e Donzelli non sono episodi isolati, ma il frutto di una tendenza a considerare i giornalisti come nemici e a non rispettare dignità e professione. Il nostro compito è quello di garantire innanzitutto il diritto dei cittadini ad essere informati. La simpatia è un requisito che si richiede ad altri mestieri.”
Poi è arrivata una nota di Romano Prodi: “Ritengo sia arrivato il momento di chiarire alcune cose rispetto a quanto accaduto Sabato, 22 marzo, a margine della presentazione del mio ultimo libro”.
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Poi: “Il gesto che ho compiuto – dice – appartiene ad una mia gestualità familiare. Mi sono reso conto, vedendo le riprese, di aver trasportato quasi meccanicamente quel gesto in un ambito diverso. Ho commesso un errore e di questo mi dispiaccio. Ma è evidente dalle immagini e dall’audio che non ho mai inteso aggredire, né tanto meno intimidire la giornalista. Questa vicenda mi offre l’occasione per una riflessione che forse è utile. Penso sia un diritto di ciascuno, non importa affatto quale ruolo abbia ricoperto nella vita, rivendicare la propria storia e la propria onorabilità e non accettare, come un destino inevitabile, la strumentalizzazione e persino la derisione dilaganti, anche grazie alla potenza della Rete. Come se un’intera vita non contasse, come se il futuro non esistesse”.
L’ex premier si era innervosito dopo la domanda di una giornalista sulle frasi del Manifesto di Ventotene citate alla Camera dalla premier Giorgia Meloni, “la proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso, non dogmaticamente in linea di principio”. “Ma che cavolo mi chiede? Aveva ribattuto l’ex premier ed ex presidente della Commissione europea, a margine della presentazione del libro ‘Il dovere della speranza’ – Io mai detto una roba del genere in vita mia”.
Poi: “Lo so benissimo signora, credo non sono neanche un bambino. Ma era nel 1941, gente messa in prigione dai fascisti… Cosa pensavano secondo lei, al trattato o all’articolo secondo della Costituzione? Ma il senso della storia ce l’ha lei o no?”.