“I giorni dell’oleandro”, la recensione al libro di Gianni Stornello

I giorni dell'oleandro, la recensione al libro di Gianni Stornello

“I giorni dell’oleandro”, il libro di Gianni Stornello racconta la storia di Lena, del suo amore primo amore e delle ricchezze di Sicilia

Se avete amato L’amore ai tempi del colera, uno dei capolavori di Gabriel García Márquez, apprezzerete anche il romanzo di Gianni Stornello, “I giorni dell’oleandro“, edito da Laurana Editore. Le differenze tra le due opere sono evidenti sia per il tempo storico, che per la trama e l’ambientazione della vicenda, ma le atmosfere e quel fil rouge che unisce l’amore passato alla vita delle persone di oggi è sicuramente lo stesso.

L’autore ci racconta la storia di Maddalena Rosso, Lena per gli amici, che giovanissima, 17 anni, lascia Collecalandra, una fantasiosa città della Sicilia, per seguire la famiglia trasferitasi a Napoli, luogo d’origine del padre, un maresciallo dei carabinieri. Quando si trasferisce, Lena non lascia solo un luogo, ma lascia un pezzo della propria esistenza, lascia le amicizie di una vita e soprattutto l’amore, il suo primo amore.

Lena, infatti, all’epoca è segretamente fidanzata con “Duccio Denaro, Leonardo all’anagrafe”, l’erede unico di una famiglia altolocata, orfano di padre, ma con una madre possessiva che lo vuole sposato con la cugina “per non disperdere il patrimonio”. Duccio ricambia Lena di un amore semplice e gentile, ma la loro unione è fortemente contrastata dalla madre di lui, una donna d’altri tempi, che incarna una mentalità fatta di pregiudizi e convinzioni difficili da scalfire.

Giunta a Napoli Lena cerca di rimanere in contatto con Duccio, ma le sue lettere non ottengono alcuna risposta. Passano gli anni e con loro quell’amore viene dimenticato, ma le cose cambiano nel momento in cui la protagonista ritorna nella cittadina siciliana. Quando giunge a Collecalandra, Lena non può non tornare nei luoghi vissuti e ai “giorni dell’oleandro”, ovvero al momento in cui quel fiore, che fragilissimo conserva ancora tra le pagine della sua Bibbia, le fu donato proprio da Duccio come segno del suo amore. Tuttavia, il ritorno al passato non è solo la riscoperta di amici e ricordi d’infanzia, ma anche di un destino crudele, di cui Duccio è rimasto vittima.

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La storia che Stornello ci presenta procede su due binari, uno ripercorre i fatti avvenuti negli anni ’70 del secolo scorso, l’altro racconta non solo di come Lena sia venuta a conoscenza del triste destino di Duccio, di cui si scopre ancora teneramente innamorata nonostante un matrimonio felice, ma anche altre due storie collaterali e molto avvincenti che riguardano la figlia Marianna e il nipote Marco, i quali l’hanno accompagnata in questo viaggio.

Nel dispiegarsi dell’intreccio, il lettore non conosce solo una storia, ma fa i conti con una esperienza comune quasi a tutti. Il primo amore, il distacco dal paese natio, le amicizie fraterne, ma anche il confronto con la politica, con le mentalità dure a morire e l’emergere delle piccole storie, che Gianni Stornello ha saputo intessere accuratamente in un intreccio avvincente e travolgente. Il lettore, una volta giunto al termine del romanzo, in virtù di quanto vissuto attraverso i personaggi che ha incontrato (c’è, ad esempio, la bizzarra professoressa Pina Barone, amica di Lena), ha la forte sensazione di una occasione mancata, ma allo stesso tempo è intenerito dalla potenza di un amore giovanile, forse il più sincero che ci sia.

In conclusione, un’altra nota di merito per questo romanzo va fatta allo stile di scrittura, curato, elegante e rispettoso del lettore, che non si sente a disagio nell’approcciare la terminologia siciliana (e napoletana in alcuni casi) e che, anzi, viene sollecitato dalle numerose citazioni di luoghi, pietanze, profumi e colori, i quali si ritrova a desiderare e ad amare.

Foto di <a href=”https://pixabay.com/it/users/leolheng-74081/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=199638″>Erlinda Sorono</a> da <a href=”https://pixabay.com/it//?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=199638″>Pixabay</a>

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