Guerra in Ucraina, il dramma dei bambini “rubati” e portati in Russia con lo scopo di essere adottati da famiglie russe
A tre mesi dall’inizio della guerra in Ucraina, gli sfollati in Europa sono milioni, ma la destinazione degli ucraini è anche la Russia, dove probabilmente hanno parenti e amici. Secondo le ultime stime, circa un milione di ucraini risultano ufficialmente «profughi» all’interno della Federazione Russa. In realtà, molti dei profughi in Russia sarebbero stati portati lì contro la loro volontà o con l’inganno.
Di questi quasi 200mila sono minorenni. Circa 1.700 bambini sono in Russia da soli, non accompagnati, perché i genitori risultano morti o dispersi e non hanno familiari con loro sui quali appoggiarsi.
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Il destino di questi bambini è di essere adottati da famiglie russe. Una nota del Commissariato «per la protezione dei bambini presso la presidenza della Federazione Russa», avrebbe dato il via all’adozione sistematica dei bambini ucraini deportati senza genitori da parte di famiglie russe.
Questa azione dal punto di vista di Mosca è un’azione umanitaria, mentre per le autorità di Kiev è una violazione dei diritti. «È una violazione, vogliono far adottare in Russia i figli della nostra Nazione dopo averli deportati — ha commentato dal World Economic Forum di Davos la parlamentare ucraina di opposizione Yulia Klymenko —. Il nostro governo sta valutando un ricorso internazionale contro queste misure».
Secondo Andrei Kolesnikov, responsabile del programma Russia del Carnegie Endowment for International Peace a Mosca, ha detto: «Sta diventando plausibile che nella Russia di oggi il potere politico senza il bisogno di ampliare la platea del pubblico indottrinabile e di crescere giovani che vadano a rafforzare l’esercito».
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