Giorgia Meloni, le dichiarazioni nella conferenza stampa di fine anno

Giorgia Meloni, le dichiarazioni nella conferenza stampa di fine anno

Giorgia Meloni, le dichiarazioni nella  consueta conferenza stampa di fine anno, che la premier ha definito ironicamente “di inizio mandato”

Oggi, 29 dicembre, si è tenuta la consueta conferenza stampa di fine anno del Presidente del Consiglio italiano. Giorgia Meloni ha risposto alle domande dei corrispondenti di diverse testate giornalistiche, toccando tutti i temi più importanti e urgenti relativi al Pnrr, all’Economia, al lavoro e alla politica interna ed estera.

Per quanto riguarda la Manovra di Bilancio, oggi approvata anche in Senato, ha detto la Meloni: “La manovra è stata approvata un giorno in anticipo rispetto a quelle degli ultimi due anni”. Alla domanda sul rapporto di fiducia con gli alleati, ha detto: “Mi fido dei miei alleati al governo. A di là dei dibattiti naturali all’interno di una maggioranza, e delle sfumature diverse nei programmi dei singoli partiti, c’è visione comune”.

Sui condoni fiscali ha detto: “Confermo che sulla riforma fiscale vogliamo andare avanti secondo direttrici visibili già in manovra finanziaria con le poste in bilancio” ha detto Meloni precisando che tra “le direttrici su cui la riforma si deve muovere ci sia il taglio del costo del lavoro e su questo si deve fare molto di più”.

“Abbiamo dato un segnale con il taglio del cuneo fiscale, ma su questo vorrei andare avanti. Il nostro obiettivo di legislatura sono 5 punti di taglio e vedremo se riusciremo a fare questo, qualcosa di più o di meno”. Il secondo obiettivo è la “tassazione che tenga conto della composizione del nucleo famigliare. Consideriamo il tema del sostegno alla genitorialità una priorità ed anche la tassazione deve tenerne conto”.

“I condoni non ci sono: abbiamo fatto una norma che chiede a tutti di pagare il dovuto, con una maggiorazione, consentendo una rateazione. Le uniche cartelle stralciate, sono quelle vecchie più di 7 anni e inferiori a 1000 euro banalmente perché conviene allo stato di più la loro distruzione. Vogliamo si immaginare un nuovo tipo di dialogo con i contribuenti ma senza favorire assolutamente l’evasione fiscale”.

Sul Pnrr ha detto: “Sono contenta che il governo italiano sia riuscito a raggiungere tutti i 55 obiettivi previsti per inviare ora la lettera” all’Ue “e richiedere la tranche di 19 miliardi di euro. Quando siamo arrivati, dei 55 obiettivi erano stati conseguiti 25. Abbiamo lavorato per terminare gli altri 30. Questa staffetta ha funzionato, sono contenta che si sia riusciti. Come? Con la scelta politica di concentrare le competenze del Pnrr sotto la guida di un unico ministero, e di mettere sotto la stessa competenza i Fondi di coesione europei, per evitare sovrapposizioni”.

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Sul Fondo Salva Stati ha detto la Meloni: “Credo che sul Mes la ratifica sia secondaria: il tema è che, atteso che l’Italia non accederà mai al Mes finché io conto qualcosa, temo che nemmeno gli altri accederanno. Dopo la Grecia non è stato attivato da nessuno. Che la riforma vada in porto o meno credo che quel fondo non verrà utilizzato. Ha condizioni troppo stringenti, è un creditore privilegiato, produce problemi significativi di spendibilità dei tuoi titoli di stato, ti si alzano i tassi di interesse. Noi siamo nella posizione di tenere bloccati di decine di miliardi quando servono soldi? No. Ma vorrei capire se esistono i margini che piuttosto che ratificare una riforma, lavorare a qualcosa di diverso, con condizionalità diverse e magari con obbiettivi più centrati. A questo dedicherò il mio lavoro nelle prossime ore”.

Sulla guerra in Ucraina e sul sostegno a Zelensky e sul legame con la Russia ha detto: “Confermo che storicamente i rapporti culturali con la Russia sono antichi e solidi, infatti ho difeso la scelta della Scala di dedicare la sua ‘prima’ a un’ opera russa. Le scelte del governo russo non devono ricadere sul suo popolo e sui suoi cittadini, voglio distinguere le due cose ma quelle scelte ci sono, sono di violazione del diritto internazionale che se fossero accettare farebbero crollare la costruzione della legalità internazionale. Temo che il principio di chi con l’uso della forza possa invadere il vicino sia poco conveniente per tutti. Per noi è inaccettabile: a noi può mancare il turismo russo, i turisti in Russia, ma ci sono cose che non si possono piegare ai nostri desideri. Spero che la Russia fermi questa inaccettabile guerra di aggressione: sino a quando non accadrà noi non ci fermeremo”.

Non è mancato un passaggio sul recente scandalo denominato Qatargate,  “Una cosa mi ha molto innervosito: molti colleghi internazionali definiscono questi fatti con la locuzione ‘italian job’, come se fosse una macchia sulla nostra nazione. La vicenda non riguarda solo italiani, anche belgi, greci e esponenti di altre nazioni. Semmai è un tema di partito, un socialist job”.

“Dobbiamo fare attenzione a un mercato del lavoro profondamente cambiato, non c’è più solo il tempo indeterminato. E’ un tempo nel quale ci sono lavoratori che hanno necessità diverse, penso ai voucher, una vicenda che riguarda alcune tipologie di lavoratori. Io credo che sia meglio normarle, diversificando le tipologie contrattuali e facendo i controlli, che rischiare che quel lavoro sia fatto in nero”. Lo ha detto la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, nella conferenza stampa di fine anno.

La Meloni ha risposto anche alle domande sulla Giustizia: “Nei prossimi mesi lavoreremo per mettere a punto la riforma della giustizia, con il tema anche della separazione delle carriere. La” materia della “giustizia ha bisogno di un tagliando”.

Mentre sulle intercettazioni ha dichiarato: “Le intercettazioni sono uno strumento straordinario a disposizione della magistratura, ma ne va limitato l’abuso”. Ha poi parlato di “quel cortocircuito nel rapporto fra intercettazioni e media, con intercettazioni senza rilevanza penale che sono finite sui quotidiani, solo per interesse politico, piuttosto che… Non credo sia giusto in uno stato di diritto. Abusi ci sono stati e vanno corretti”.

Sulla questione energetica ha detto: “Continueremo a lavorare sulla base di quello che accade, ma siamo in una situazione di grande emergenza: i provvedimenti energetici costano mediamente 5 miliardi di euro al mese. Il tetto del gas può cambiare il quadro, e se dovesse confermarsi cambiato una parte di risorse potrebbe liberarsi per altri provvedimenti”.

“Stiamo lavorando per risolvere il problema della strettoia dei nostri gasdotti nel centro Italia, che attualmente è troppo piccolina. Quando si risolverà, l’Italia avrà la possibilità di valorizzare anche diverse città del Sud Italia, anche sul tema dell’approvvigionamento del gas e i gasdotti. Sarebbero più che contente di avere sviluppo affrontando una questione che è strategica per l’Italia e l’Europa”.

Fonte immagine: https://twitter.com/GiorgiaMeloni/status/1607798465198710784/photo/1

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