Garlasco, si apre l’incidente probatorio: la procura punta sull’impronta 97F

Poggi

Nuova fase delle indagini

Parte oggi la fase dell’incidente probatorio all’interno delle indagini per l’omicidio, avvenuto 18 anni fa di Chiara Poggi a Garlasco. La procura di Pavia si sta concentrando, almeno sembra, sulla traccia ribattezzata impronta 97F.

La macchia di sangue, all’epoca, si trovava sul muro di sinistra della scala che conduce alla tavernetta di via Pascoli (casa dei Poggi), proprio dove fu rinvenuto il corpo della vittima. Oggi si pensa che possa corrispondere alla mano sinistra dell’aggressore, mentre la destra avrebbe lasciato la celebre impronta 33, già attribuita ad Andrea Sempio.

Ora si attende la replica dei legali di Sempio stesso con la fase del contraddittorio. Tanti i temi da analizzare come lo studio dei profili genetici rilevati dalle unghie della vittima, e la valutazione della loro effettiva utilizzabilità. Secondo il consulente dell’accusa, Carlo Previderé, «il DNA trovato è sovrapponibile a quello di Andrea Sempio». Di parere opposto De Stefano, secondo cui la traccia sarebbe «scarsa e degradata».

Il secondo punto prevede l’estrazione del DNA da adesivi e impronte, esclusa però l’impronta 33. Si esaminerà invece la numero 10, mai attribuita a nessuno. Il terzo punto riguarda il DNA da reperti mai analizzati: un frammento del tappetino del bagno, confezioni di tè, vasetti di yogurt, cereali, biscotti, sacchetti vari.

Infine, il quarto e il quinto punto prevedono la comparazione dei profili genetici ottenuti con quelli dell’indagato Andrea Sempio, di Alberto Stasi, dei membri della famiglia Poggi e di altri soggetti che frequentavano abitualmente la villetta.

Inoltre, si pensa anche che la Poggi abbia tentato di afferrare, prima di essere uccisa, la cornetta del telefono poi rimessa al suo posto dall’assassino.

Nel report dei Ris si legge: «Telefono variamente investito da tracce ematiche da proiezione. Presente una traccia nel vano cornetta. Nessun prelievo effettuato». Il contatto della vittima con il telefono sarebbe supportato anche da tracce ematiche sulle piante dei piedi, che suggeriscono un tentativo di fuga o reazione.

Accanto al telefono, tre macchie di sangue vicino allo stipite della porta potrebbero appartenere proprio ai piedi della vittima.

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