Federico Monzino rompe il silenzio sul caso Bova

Bova

Le parole del pr milanese

Federico Monzino, pr milanese indagato per l’ormai famoso audio di Raoul Bova. sostiene di non aver agito da solo.
«È stata lei ad autorizzarmi esplicitamente a inoltrare i messaggi a Fabrizio. Era con me quando abbiamo deciso di mandare tutto dal mio telefono. In quel momento, Martina ne era perfettamente consapevole».

A dirlo lui stesso a Corriere della Sera. l’uomo avrebbe poi inoltrato su WhatsApp le chat e gli audio che testimoniano il legame tra Martina Ceretti e Raoul Bova. Mentre lo fa, scrive a Fabrizio Corona:

Parlando al telefono con il Corriere, dice: «No, Fabrizio non mi ha costretto né ingannato. Martina lo ha detto per proteggermi, dato che comunque abbiamo un legame speciale».

Alla domanda se fossero solo amici, risponde:
«Non proprio. Qualcosina in più. Non stiamo insieme ufficialmente, ma non siamo nemmeno solo amici. C’è un legame più profondo».
Aggiunge che Martina, prima di sparire, avrebbe voluto tutelarlo proprio in virtù di quel rapporto.

Ma oggi i due non si sentono più:
«Mi sentirei sollevato se riuscissi a contattarla, anche solo per sapere come sta. Per supportarla, come ho sempre fatto. Ma ha disattivato i social, non ho il suo nuovo numero… Non mi parla più».

Sul suo coinvolgimento nella vicenda Monizno chiarisce:«Molti stanno ricostruendo male la storia. Io ho mandato tutto solo a Corona, mai a Raoul Bova, né direttamente né indirettamente. Non so come le chat siano arrivate a lui. Da quando le ha ricevute, Fabrizio ha agito in piena autonomia. Io non ho avuto più alcun controllo sulla diffusione».

Alla domanda su come abbia reagito la sua famiglia, Monzino si chiude nel silenzio: «Non posso più rispondere».

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