Federica Pellegrini si racconta nel libro “Oro”, tra aneddoti e i problemi di bulimia
In passato la campionessa ha sofferto di disturbi alimentari
Federica Pellegrini si racconta e lo fa dalle pagine di “Oro”, la sua nuova autobiografia, in uscita domani, 16 maggio per “La Nave di Teseo”.
Alcune anticipazioni sono state svelate da Repubblica. Nel libro si parla infatti dei suoi problemi con la bulimia di cui aveva già parlato in passato.
Dopo il Mondiale di Montreal, in seguito al trasferimento su Milano inizia il tunnel della bulimia.
La Pellegrini raconta: «La sera, dopo aver mangiato tutto quello che potevo durante il giorno, vomitavo. Lo facevo sistematicamente, ogni sera prima di andare a dormire, quando il ricordo di tutto il cibo ingurgitato aumentava il senso di colpa. Vomitare era un po’ come ripulirsi la coscienza e anche la mia maniera di metabolizzare il dolore. Si chiama bulimia ma io non lo sapevo. La bulimia per me non era il problema, era la soluzione. Il mio modo di dimagrire senza sacrifici mangiando tutto quello che volevo».
Poi racconta la sua reazione dopo essere stata protagonista di uno shooting: «Quella che a me sembra una povera ragazzina grassa e brufolosa, truccata come una puttana, mezza nuda. Io sono un’atleta, perché mi hanno trasformato in una femme fatale?».
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Per diverso tempo non ha visto il maniera sana la sua immagine. «Il mio corpo era diventato pubblico. Gli atleti hanno corpi fuori standard, perché il loro obiettivo non è la bellezza ma la potenza. E ogni sport pretende una disposizione di muscoli, leve, vuoti e pieni diversa. Nel nuoto vengono fuori soprattutto le spalle. E io fin da piccola avevo queste spalle larghe, robuste, che mi imbarazzavano se esposte in abiti eleganti. Cercavo di evitare canottiere, top e qualsiasi cosa le mettesse in evidenza».
Con il tempo è arrivata una fase di accettazione: «Ho imparato a vestirmi in maniera da far diventare le mie spalle un pregio e non un difetto. Ma non erano le spalle: in quegli anni io mi vedevo un mostro. Dismorfia. È la malattia per cui non riesci a vederti come sei davvero. Lo specchio riflette l’immagine prodotta dal tuo inconscio, dalle tue ossessioni. Quella che vedi non sei tu, ma la proiezione della tua paura, della tua insicurezza».
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