Eutanasia, la Corte Costituzionale boccia il referendum. Marco Cappato: “Percorriamo altre strade: disobbedienza civile, ricorsi”
La Corte Costituzionale ha ritenuto inammissibile il referendum sull’eutanasia. Il quesito era destinato ad abrogare parzialmente l’articolo 579 del codice penale, il quale disciplina il reato di omicidio del consenziente. Secondo la Corte Costituzionale, chiamata a valutare la legittimità del quesito referendario, con “si sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana”.
Marco Cappato, presidente dell’Associazione Luca Coscioni, che ha sostenuto il referendum, appresa la notizia della bocciatura scrive su Twitter: “La Consulta ha deciso: non potremo votare il Referendum Eutanasia Legale. Percorriamo altre strade: disobbedienza civile, ricorsi. Mi dispiace per chi dovrà sopportare ancora una condizione di sofferenza, e per la democrazia italiana. Ma otterremo l’obiettivo”.
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Poi aggiunge un altro tweet: “Sull’eutanasia legale la Corte costituzionale ritiene che il referendum non preserverebbe la tutela minima della vita ‘in particolare delle persone deboli e vulnerabili’. Per me, imponendo sofferenza le si preserva ancora meno. Andremo avanti, a costo di rischiare nuovi processi”.
Gli fa eco Vito Mancuso: “La bocciatura della Consulta del referendum sulla #eutanasialegale non favorisce la democrazia, la libertà, i diritti umani. È un’occasione persa per la presa di consapevolezza su un tema capitale della nostra esistenza. La vita va tutelata anzitutto come vita libera”.
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