Emilio Fede, nella notte dopo il funerale della moglie, subisce una perquisizione per verificare che fosse in regola con le autorizzazioni del tribunale di Sorveglianza di Milano sul trasferimento a Napoli
Solo qualche giorno fa avevamo appreso del lutto che ha colpito Emilio Fede, ovvero la morte dell’amata moglie, Diana De Feo, venuta a mancare all’età di 84 anni il 23 giugno scorso. E proprio nella notte fra il 24 e il 25 giugno, alle 4 del mattino Emilio Fede, che si trovava all’Hotel Santa Lucia di Napoli, viene svegliato dai poliziotti per una perquisizione. Il motivo del controllo era per verificare che tutto fosse in regola con le autorizzazioni del tribunale di Sorveglianza di Milano sul trasferimento a Napoli. Emilio Fede, 90 anni, è affidato ai servizi sociali e sta scontando una condanna a quattro anni e sette mesi per il processo Ruby Bis.
Oggi, il Corriere della Sera riporta il racconto dei fatti e il lungo sfogo di Fede sull’accaduto: «Sono terribilmente scioccato che la magistratura mi faccia svegliare alle quattro del mattino da due poliziotti, con mia moglie non ancora ufficialmente sepolta». Poi aggiunge: «Mi hanno svegliato. Sono stati un’ora, hanno controllato tutti i documenti e sono andati via. Sono un uomo in sedia a rotelle, arrivato qui con la mia assistente sanitaria salvadoregna, Magdalena, come si dice volgarmente, la mia badante. Regolarmente assunta».
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Alla domanda su come sta in questo momento, l’ex direttore del Tg4 dice: «Se mi chiede come sto, le rispondo: male, malissimo, sto in carrozzina, ho perso mia moglie, la mia ragione di vita, stavamo insieme da sessant’anni e, da mesi, vivevo appeso alle notizie che la riguardavano. Aveva subito un’operazione delicata e stava facendo la riabilitazione nella sua casa di Napoli. Io non potevo stare con lei perché Villa Lucia è meravigliosa, ma è piena di scale. Ho vissuto mesi passando le giornate a cercare di capire quando si sentiva di parlare al telefono. E mesi aspettando che arrivasse il giorno del mio compleanno, avendo chiesto il permesso di venire a Napoli per festeggiare con lei. Il giorno prima della mia partenza, lei è morta. Non ho fatto in tempo a vederla. Come sto? Sto in carrozzina, solo, cosa devo dire? Mi devo suicidare?».
Chiaramente amareggiato e stanco, Emilio Fede conclude la sua intervista con le parole: “Dimenticatevi di me“.
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