Dpcm Siccità, possibili zone rosse e razionamento dell’acqua. Critica la situazione nelle regioni del Nord Italia
A causa della scarsità di pioggia, la siccità in Italia sta provocando seri danni sia all’agricoltura che all’ecosistema. Per questo motivo molte regioni si sono mosse adottando una serie di provvedimenti, ma che si sono rivelati insufficienti e per questo hanno chiesto l’intervento del Governo.
Le regioni che maggiormente stanno soffrendo sono quelle del Nord: Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna e tutta la Pianura Padana. In allerta anche le regioni del Centro, soprattutto le Marche e il Lazio. “È stato riconosciuto che il Piemonte, che versa in condizioni difficili soprattutto dal punto di vista idropotabile, ha tutti i requisiti per poter ottenere lo stato di emergenza” ha detto il presidente Alberto Cirio.
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Il Governo non è stato con le mani in mano, ma sarebbe in arrivo un Dpcm Siccità, che decreterà lo stato di emergenza. Con il decreto si cercherà di far avere ristori a quelle aziende agricole che rischiano di perdere il raccolto e di mettere a disposizione le risorse necessarie per far intervenire le autobotti. I fondi che saranno stanziati, dunque, non serviranno per finanziare lavori strutturali.
Con lo stato di emergenza entra in campo la Protezione civile, che potrebbe emettere ordinanze specifiche per attingere dagli invasi dma anche adottare misure di razionamento dell’acqua ad uso domestico per azioni non essenziali.
La siccità ha ridotto il lago di Livigno quasi ad una distesa di terra. A sinistra la foto di giugno 2021, a destra la situazione attuale. pic.twitter.com/rylhdSn5Lx
— Marco M.M. (@MMmarco0) June 22, 2022
Il ministro Stefano Patuanelli al Sole 24 Ore ha dichiarato: “Stiamo lavorando a un coordinamento per agevolare l’adozione dello stato di emergenza, misura che va oltre l’agricoltura e coinvolge anche altre attività economiche oltre che la popolazione. Cosa diversa è invece lo stato di calamità che viene decretato in agricoltura e prevede forme di ristoro solo per le aziende che abbiano subito danni superiori al 30% del valore della produzione”.
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