Critiche per la nuova versione della Sirenetta: le prime reazioni in America
Non si placano le polemiche sulla nuova sirenetta
Come noto, nelle sale italiane, il 24 maggio 2023, arriverà il nuovo film de la “Sirenetta”. Fin qui nulla di male se non fosse che la protagonista è di colore, scardinando la classica immagine del personaggio Disney.
Ora il live action, che riprende il cartone del 1989 e la fiaba dello scrittore danese Hans Christian Andersen, è diventato oggetto di discussioni.
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Le prime immagini sono stata svelate alla fiera del D23 Expo, l’Anaheim Convention Center in California. Si vede così la Sirenetta di colore, ovvero Halle Bailey, nei panni dell’iconico personaggio.
Tante bambine afro hanno inevitabilmente accolto le immagini con entusiasmo e identificandosi nel cartone.
La stessa attrice in un’intervista a Variety aveva detto: «Voglio che la bambina che c’è in me e le bambine come me che stanno guardando sappiano che sono speciali e che dovrebbero essere principesse in tutto e per tutto. Non c’è motivo per cui non debbano esserlo. Questa rassicurazione era qualcosa di cui c’era bisogno».
Eppure se per alcuni questo stravolgimento può solo fare che bene e annullare degli stereotipi per altri è solo una forzatura e qualcosa di non necessario.
Per molti la Disney non avrebbe avuto rispetto della tradizione e del personaggio venendo meno alla versione originale.
Per Djarah Kan, scrittrice e attivista italo-ghanese, in realtà, è solo un problema di razzismo come da lei scritto su Instagram.
E poi: «Non voglio nemmeno ritornare sulla polemica di quanti, nel tentativo di nascondere il loro sincero e genuino fastidio razzista, si arrampichino sugli specchi improvvisandosi esperti del folklore danese, o mitologia greca perché le sirene nel folklore africano, esistono».
«Sul fantasy e la presenza dei neri in ruoli immaginari o folkloristici si consuma una battaglia culturale per la supremazia della fantasia bianca che vuole restare bianca e libera di essere ariana e felice.
In un mondo che cambia e che sta mettendo in dubbio il ruolo della bianchezza come unità di misura di tutto ciò che sembra normale e non “forzato”».
Da vedere quale sarà comunque la reazione dopo che il film arriverà nelle sale italiane.
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