Covid-19, è possibile reinfettarsi e in che maniera? I dati dell’Istituto Superiore di Sanità rivelano le categorie più a rischio
Nelle ultime settimane il trend dei nuovi contagi non sembra calare alla maniera che ci si aspettava e i dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità dicono che molti nuovi positivi, in realtà, sono casi di reinfezione. Quindi, è ormai assodato che è possibile contrarre più di una volta la malattia, essendo un virus che si comporta alla stessa maniera di una influenza.
Tuttavia, grazie alla presenza dei vaccini, l’infezione nella maggior pare dei casi non porta a gravi conseguenze. Le reinfezioni sul totale dei casi segnalati risulta pari a 4,1%, in aumento rispetto alla settimana precedente in cui la percentuale era pari a 3,5%. Secondo l’Iss, a partire dal 6 dicembre 2021 , ovvero dalla conferma della presenza della variante Omicron in Italia, si è registrato un aumento dei casi di reinfezione.
L’Iss indica tre categorie di soggetti più a rischio di reinfezione:
- i soggetti con prima diagnosi di Covid-19 notificata da oltre 210 giorni rispetto a chi ha avuto la prima diagnosi di Covid-19 fra i 90 e i 210 giorni precedenti;
- i soggetti non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni rispetto ai vaccinati con almeno una dose entro i 120 giorni;
- per le femmine rispetto ai maschi.
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Nell’ultimo caso, quelle delle donne, il motivo potrebbe essere legato al ruolo abbastanza diffuso di caregiver in ambito familiare. Nelle fasce di età più giovani, la reinfezione potrebbe essere legata a comportamenti ed esposizioni più rischiose rispetto a quelli di una popolazione più adulta.
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