Caso Unabomber, la Procura di Trieste riapre le indagini

Caso Unabomber

Caso Unabomber, la Procura di Trieste riapre le indagini. Con le nuove tecniche scientifiche saranno analizzati altri reperti

Il procuratore di Trieste, Antonio De Nicolo, ha annunciato su diversi quotidiani la volontà di aprire, a distanza di 13 anni, il caso Unabomber. Nelle intenzioni della procura c’è l’obiettivo di trovare nuovi indizi nei vecchi reperti, attraverso le nuove tecnologie.

Al Corriere della Sera ha detto il Procuratore: «Oggi l’intero fascicolo, con documentazione e reperti inclusi, dall’archivio torna in Procura e insieme al sostituto Federico Frezza, che al tempo chiese l’archiviazione, abbiamo pensato di rivedere tutto . Abbiamo deciso di riaprire l’indagine perché pensiamo che ci sia qualcosa che possiamo ancora tentare di fare. È stata da noi accolta la richiesta delle due parti offese di rianalizzare con le nuove tecnologie, più raffinate, un reperto dal quale estrarre un Dna». 

L’elemento nuovo, scrive il Corriere: “è un capello bianco e una traccia di saliva repertati nell’uovo inesploso trovato in una confezione riposta dall’attentatore sugli scaffali del supermercato «Il Continente» di Portogruaro il 3 novembre 2000”.

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«La scommessa è proprio trovare prove nuove riesaminando vecchi reperti, dei quali vogliamo fare il censimento — conferma sempre al Corriere il procuratore —. Vediamo cosa c’è, se ne emerge qualcuno all’epoca escluso dal test del Dna oggi possibile, e in base al materiale a disposizione decideremo come procedere. Ci lavora il sostituto Frezza perché è ancora operativo nello stesso ufficio di allora, con me, che mi sono aggregato all’indagine data la sua rilevanza. Faremo il nostro dovere, i risultati si vedranno strada facendo, ma se ci sono prove e reperti già analizzati a dovere al tempo non rifaremo il lavoro».

Poi conclude «Ancora è presto per annunciare con esattezza ogni passo che compiremo. Per ora posso dire che il fascicolo Unabomber torna qui e noi lo analizzeremo».

L’unico indagato per il caso fu l’ingegnere Elvo Zornitta. Il suo avvocato ha detto: «Da sempre chiedo che le indagini cerchino il vero colpevole, solo così finalmente potranno cadere tutti i sospetti su Zornitta, innocente ma ancora guardato con qualche diffidenza. Prendo atto con grande piacere della decisione della Procura di Trieste, non abbiamo mai avuto nulla da nascondere e quindi ne sono soddisfatto».

Francesca Girardi, che a 9 anni perse la mano destra e la funzionalità dell’occhio destro per aver raccolto un evidenziatore esplosivo scrive su Facebook: «Riaprire le indagini del caso di Unabomber non è una necessità solo per me e per le altre persone coinvolte, lo è per tutti noi. Una priorità per la nostra comunità. Insieme possiamo farcela. Oggi ho 28 anni e sono pronta a combattere ancora per avere giustizia, per me e per le altre vittime. Il mio cuore è con voi».

Poi aggiunge: «Quel giorno oltre a tutto il resto ho perso la mia innocenza e la mia infanzia. Ma ho anche trovato qualcosa di speciale. Unabomber, senza volerlo, mi ha regalato la grinta, la forza e la consapevolezza che niente e nessuno potranno mai spegnere il mio sorriso. Vi sto raccontando tutto questo perché Unabomber non è mai stato trovato e, se è ancora vivo, si nasconde tra noi, nella nostra società. Alcuni di voi sicuramente lo avranno incontrato, lo avranno visto al supermercato o magari a spasso con il cane».

Fonte immagine: https://www.facebook.com/photo/?fbid=241177266086664&set=a.109258962611829

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