Caso Regeni, dall’Egitto ancora nessuna notizia sui quattro 007. I genitori di Giulio: “le autorità egiziane non hanno nessuna intenzione di collaborare”
Oggi, 10 ottobre, si è svolta una nuova udienza davanti il Giudice dell’udienza preliminare di Roma impegnato nel caso Regeni. In aula la testimonianza di Nicola Russo, direttore e capo dipartimento Affari di giustizia al ministero della giustizia, che ha riferito sull’attività svolta con le autorità egiziane.
Ha detto Russo: “Ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta dall’autorità egiziana in merito ai quattro imputati. L’ultima sollecitazione in ordine di tempo risale al 6 ottobre. Gli egiziani non hanno risposto neanche alla richiesta di incontro che la ministra Marta Cartabia aveva chiesto nel gennaio scorso”.
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— Giulio siamo noi (@GiulioSiamoNoi) October 10, 2022
La famiglia di Giulio Regeni – rappresentata dall’avvocato Alessandra Ballerini – chiede di avviare il processo. Secondo la legale gli imputati, i quattro 007 egiziani, accusati di aver rapito, torturato e ucciso Giulio al Cairo nel 2016, “si stanno volontariamente sottraendo al procedimento” .
“Se ce n’era bisogno è emersa ancora una volta e con ulteriore chiarezza che le autorità egiziane non hanno, né hanno mai avuto, nessuna intenzione di collaborare e si fanno beffe del nostro sistema di diritto”, hanno dichiarato i genitori di Giulio, Claudio e Paola, al termine dell’udienza.
Hanno poi aggiunto: “Oggi è emerso anche che la richiesta del gennaio 2022 della ministra della Giustizia, Cartabia, di incontrare l’omologo egiziano non ha mai avuto alcun riscontro, e questo rifiuto non ha precedenti. Auspichiamo in una adeguata reazione di dignità del nostro governo”.
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Il ricercatore friulano era a Il Cairo quando fu arrestato e morì in carcere. Sul suo cadavere, rinvenuto per strada, furono riscontrate numerose contusioni e abrasioni ed evidenti segni di tortura, come fratture a tutte le dita delle mani e dei piedi, a gambe e braccia e alle scapole. L’autopsia rilevò, oltre ad una emorragia cerebrale, una frattura ad una vertebra cervicale come causa della morte.
Il gup ha aggiornato il procedimento, che resta sospeso, al prossimo 13 febbraio.
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