Caso Alessia Pifferi, l’autopsia conferma un drammatico sospetto sulle cause del decesso sorto nei mesi precedenti
Sono stati resi noti i risultati dell’autopsia sul corpo della piccola Diana, la bambina di 18 mesi morta dopo essere stata abbandonata in casa nel mese di luglio per una settimana dalla madre, Alessia Pifferi.
L’autopsia ha confermato i sospetti sulle cause del decesso. A provocare la morte della bambina è stata la mancanza di acqua. Inoltre, dall’analisi del contenuto dello stomaco è emerso che la bambina ha ingerito i frammenti del pannolino, che aveva strappato e con il quale, evidentemente, ha tentato di nutrirsi.
Leggi anche: “QUARTO GRADO”, LE IMMAGINI ESCLUSIVE DEI RESTI DI SAMAN CHE LASCIANO IL CASOLARE
La notizia non fa che porre l’accento sulla drammatica fine di questa bambina e aggravare la posizione della madre, nel processo a suo carico.
Il prossimo 30 gennaio, come riporta Leggo.it, sarà chiusa la fase di indagine. Intanto, il gip ha rifiutato l’analisi sulle tazzine di caffè ritrovate in cucina, richiesta dalla difesa della Pifferi per dimostrare che in casa c’erano altre persone, ma il Gip ha ritenuto l’esame inutile e dispersivo.
Per Alessia Pifferi potrebbe configurarsi la pena dell’ergastolo, poiché il gip potrebbe chiedere il giudizio immediato per l’accusa di omicidio pluriaggravato. D’altronde, Alessia Pifferi non ha mai cambiato la sua versione dei fatti, dichiarando di aver lasciato la bambina per stare con il compagno perché: «contavo sulla possibilità di avere un futuro con lui e, infatti, era proprio quello che in quei giorni stavo cercando di capire». Secondo le parole della donna, dunque, avrebbe rischiato che la bimba morisse, come è avvenuto, pur di restare con quell’uomo.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.