Brusaferro: “Sì alla terza dose di vaccino per i più fragili”

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Silvio Brusaferro in una intervista a La Stampa ha parlato della possibile terza dose di vaccino per i più fragili e dell’importanza in generale della vaccinazione

Nei giorni precedenti alcuni paese del mondo, come Israele, hanno iniziato la somministrazione delle terze dosi di vaccino agli ultra 60enni, dopo aver constatato un calo delle difese immunitarie. In Italia, una decisione simile ancora non è stata presa, ma Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e portavoce del Comitato Tecnico Scientifico, ha dichiarato la possibilità di somministrare la terza dose ai soggetti immunodepressi: ″per ora sappiamo che la risposta immunitaria va oltre i sei mesi, nuovi studi dicono più di otto. Ma sono dati in via di aggiornamento. Per questo oggi non possiamo ancora dire se e quando sarà necessaria. Diverso è il discorso per gli immunodepressi che hanno una risposta più debole e per i quali si stima opportuno un richiamo a 6-7 mesi dal completamento del ciclo vaccinale″.

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Le dichiarazioni di Brusaferro sono contenute in una intervista rilasciata a La Stampa, in cui ha parlato anche del trend dei contagi e del green pass. Ha detto Brusaferro: “I dati di cui disponiamo, ricordati anche da Anthony Fauci dimostrano che i vaccinati, se positivi, possono trasmettere il virus efficacemente. E per questo è necessario mantenere anche per loro la quarantena in caso di contatti stretti con positivi. Il punto è che i vaccinati hanno molte meno possibilità di contrarre l’infezione e quindi anche di trasmetterla, visto che i dati italiani evidenziano una efficacia dell′88%. In questa prospettiva la certificazione verde consente di vivere con maggiore serenità certe situazioni di vita sociale, soprattutto in ambienti chiusi″.

Fondamentale per Brusaferro resta la vaccinazione, unico strumento per contenere le infezioni: ″Sappiamo che completando il ciclo vaccinale il rischio di infezione si riduce dell′88% e di oltre il 95% quello di contrarre forme gravi di malattia che portano al ricovero, o peggio al decesso. È però altrettanto vero che la Delta in situazioni di affollamento e assembramento si diffonde molto più efficacemente. Per questo anche la situazione dei nostri ospedali dipenderà anche da quanto saremo prudenti e da quanto velocemente ci vaccineremo”.

Fonte immagine: https://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=3586

 

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