Bruno D’Alfonso: “mio padre ucciso dalle Br, ma non so ancora chi gli sparò”. Il figlio di Giovanni D’Alfonso cerca la verità
Giovanni D’Alfonso è stato un carabiniere italiano fu ucciso dalle Brigate rosse nel 1975 a soli 45 anni. Oggi, a distanza di 47 anni, il figlio Bruno è in attesa di conoscere i nomi di chi uccise il padre.
Appuntato dell’Arma dei Carabinieri, Giovanni D’Alfonso rimase ferito il 5 giugno 1975 in uno scontro a fuoco con alcuni brigatisti che tenevano prigioniero l’industriale Vittorio Vallarino Gancia, il re dello spumante, il giorno successivo al suo rapimento. Morì in ospedale pochi giorni dopo, l’11 giugno, lasciando la moglie e tre figli.
Nella sparatoria perse la vita anche Margherita «Mara» Cogol, 30 anni, moglie di Renato Curcio e capo della colonna torinese delle Br.
Altri carabinieri rimasero feriti nella sparatoria. tra questi il tenente Umberto Rocca (oggi generale), il maresciallo Rosario Cattafi e l’appuntato Pietro Barberis. Uno dei carcerieri riuscì a fuggire e oggi è un uomo libero.
Leggi anche: UCRAINA, ALTRI DUE GIORNALISTI MORTI SUL LAVORO. UN TERZO FERITO GRAVEMENTE
Nel mese di novembre l’avvocato Sergio Favretto ha depositato alla Procura di Torino un esposto frutto di un lavoro di ricerca negli archivi di Stato, in cui emergono una serie di discrasie, lacune, sospettati che potrebbero conoscere il nome del brigatista fuggito.
Bruno, che ha seguito le orme del padre nell’Arma dei Carabinieri, è deciso a scoprire la verità sulla morte del padre. Al Corriere della Sera ha detto: «Lo devo a mio padre, a me stesso, alla mia famiglia».
Giovanni D’Alfonso è stato insignito della medaglia d’argento al Valor Militare “alla memoria” in data 28 aprile 1976. Medaglia d’oro di vittima del terrorismo. Gli è stata intitolata la caserma della Stazione dei Carabinieri di San Valentino in Abruzzo Citeriore.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.