Bridgerton vs Harry Potter: scontro tra titane. Trema il Regno Unito

Due colossi dello schermo e della penna. Nicola Coughlan contro J.K. Rowling, diritti umani contro ideologia. Il caso delle donne trans crea scompiglio nel Regno Unito e mentre l’attrice alza la voce e agisce, l’altra brinda

Nel 2025, difendere i diritti umani dovrebbe essere la norma, non un atto rivoluzionario. Eppure, è esattamente così che suonano le parole di Nicola Coughlan: rivoluzionarie, dirette, senza tentennamenti. In un’industria che spesso preferisce il silenzio politicamente corretto, lei urla con chiarezza dove si schiera — e lo fa senza cercare applausi, ma per coscienza.

La miccia è stata accesa dalla recente sentenza della Corte Suprema del Regno Unito, che ha escluso le donne trans dalla definizione legale di “donna” in materia di parità di genere. Una decisione che riporta indietro l’orologio dei diritti civili con un tonfo assordante. Per Coughlan, attrice amata in Bridgerton, ma soprattutto essere umano consapevole, è una ferita aperta. «Vedere una comunità già emarginata subire ulteriori attacchi legali è davvero sconvolgente», ha dichiarato in un video pubblicato sui suoi social.

Ma non si è fermata alla denuncia. Ha rilanciato. Con forza. Ha promosso una raccolta fondi a favore di Not A Phase, organizzazione trans guidata da persone trans, promettendo di raddoppiare ogni donazione fino a 10.000 sterline. Non solo parole, ma azione. Non solo indignazione, ma responsabilità.

A peggiorare lo scenario, il brindisi virtuale di J.K. Rowling. L’autrice di Harry Potter, già nota per le sue posizioni fortemente criticate dalla comunità LGBTQ+, ha celebrato la sentenza con una foto e una didascalia trionfante: «Vado matta per i piani ben riusciti». Un gesto che Coughlan ha definito «ancora più nauseante della sentenza stessa». Perché non c’è nulla da festeggiare quando si tolgono diritti. Non c’è ironia che regga quando la dignità delle persone viene derisa con un selfie.

Quello che sta accadendo non è solo una questione giuridica. È culturale. È morale. È un segnale pericoloso di quanto l’odio, quando mascherato da dibattito, possa passare come legittimo. Nicola Coughlan non è una leader politica. Non è una portavoce istituzionale. Ma è una figura pubblica che ha scelto di non voltarsi dall’altra parte.

E in un mondo dove molti preferiscono l’ambiguità per non perdere follower, il suo prendere posizione fa rumore. Un rumore necessario. Perché, come ricorda l’organizzazione che ha sostenuto, “la nostra esistenza non potrà mai esserci tolta”. Ma va difesa, ogni giorno.

In un’epoca dove il coraggio fa più scandalo dell’odio, Nicola Coughlan ha dimostrato che stare dalla parte giusta è ancora possibile. Anche a costo di disturbare.

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