Berlino 1961: il documentario sulla fuga attraverso il tunnel sotto il muro

Berlino 1961 il documentario sulla fuga attraverso il tunnel sotto il muro

Berlino 1961: fuga attraverso il tunnel sotto il muro. Il documentario va in onda su Rai Documentari in occasione dei 60 anni dalla costruzione del muro

Venerdì 12  in prima serata su RaiTre, Rai Documentari propone “Tunnel della libertà”, la rocambolesca storia dei due giovani italiani che hanno organizzato la costruzione del primo tunnel sotto il muro di Berlino: una galleria di 135 metri scavata nel sottosuolo della città che, il 14 settembre 1962, esattamente un anno, un mese e un giorno dopo la costruzione del Muro, finisce per regalare la libertà a 29 persone.

A 60 anni di distanza dalla costruzione del muro di Berlino, nel 32esimo anniversario della sua caduta, Rai Documentari propone una serata evento su una vicenda rocambolesca legata a uno dei simboli storici dello scorso millennio: “Tunnel della libertà” racconta la storia sorprendente nella Berlino del primo dopoguerra di due italiani, Luigi Spina e Domenico Sesta, che organizzano la costruzione del primo tunnel sotto il muro per consentire la fuga di Peter Schmidt, un compagno di studi che era rimasto intrappolato a Est con la famiglia. Una galleria di 135 metri scavata nel sottosuolo della città che, il 14 settembre 1962, esattamente un anno, un mese e un giorno dopo la costruzione del Muro, finisce per regalare la libertà a 29 persone.

Per più di quattro mesi, Spina e Sesta, insieme gli studenti di Berlino Ovest, hanno faticosamente scavato questo tunnel, rischiando la vita per amici, parenti, amanti e ideali politici e hanno l’idea geniale di vendere a un network televisivo americano i diritti delle immagini del tunnel e del trasporto dei rifugiati. Questa operazione è l’asso nella manica con cui si realizza l’incredibile sogno della libertà.  Il “tunnel degli italiani” fu infatti reso possibile da un copioso finanziamento del network statunitense Nbc, che in cambio poté filmare i durissimi lavori di scavo e l’entusiasmante momento in cui uomini, donne e bambini emersero dalla galleria e si ritrovarono in Occidente: le immagini fanno il giro del mondo quando il film viene trasmesso ad un pubblico di milioni di persone dalla NBC il 10 dicembre 1962, pochi giorni dopo la crisi dei missili cubani.

Una sorta di reality ante litteram girato sul fronte della guerra fredda. Ma soprattutto un’impresa unica, e l’unico documentario della storia della tv americana ad aggiudicarsi un Emmy Award come miglior programma dell’anno. Una storia in cui il dramma umano incrocia la commedia, che combina la grande tensione politica della guerra fredda con le vite dei fuggitivi e di chi ha rischiato la vita per la libertà. Mimmo Sesta e Luigi Spina si erano conosciuti a Gorizia e ritrovati alla Technische Universität di Berlino. Ora non ci sono più ma nel 2000 hanno fatto in tempo a ricevere la Medaglia d’oro al valor civile per la loro impresa all’ombra del Muro.

Il documentario, diretto da Marcus Vetter e prodotto per le tv tedesche ARD e ARTE, utilizza una serie di interviste ai protagonisti realizzate nel 1999. Oggi, il materiale di archivio girato nel 1962, è stato scansionato in 2K e ricostruito a colori in modo realistico con l’aiuto dell’AI e di un elaborato processo di restauro. Quello che in passato era materiale in bianco e nero assume improvvisamente una vicinanza spaventosa e attualizza la storia avvicinandola al presente. “Tunnel della libertà” è una storia sull’audacia dei giovani, sulla fiducia e la solidarietà, sul superamento dei muri e sulla spinta umana ad essere liberi: i muri costruiti per contenere o respingere, così come la solidarietà e la compassione, non possono essere più attuali alla luce delle crisi dei rifugiati nel mondo di oggi.

Leggi anche: “DODICI NOTE SOLO”: 6 NUOVE DATE DEL TOUR DI CLAUDIO BAGLIONI

Lascia un commento

Instagram Feed

error: Il contenuto è protetto