Belgrado, il bambino killer non andrà in carcere per la giovane età, ma in una clinica psichiatrica. Sotto accusa anche i genitori
Il bambino serbo che mercoledì scorso è entrato nella sua scuola e ha sparato ad amici e personale scolastico non andrà in carcere. Kosta Kecmanovic, 13 anni, è andato a scuola armato di fucili trovati in casa e quattro bottiglie molotov. Nella sua azione sono 9 le persone morte e sette quelle ferite.
A quanto si apprende, il giovane non andrà in carcere per la giovane età, che lo rende non perseguibile, ma è stato portato in una clinica psichiatrica. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il giovane era studioso ed introverso, con una insufficienza in storia considerata inusuale. Amante della serie distopica «The Purge», da cui potrebbe aver preso ispirazione per la sua azione. Nella serie si immagina Stati Uniti dove l’omicidio è legale. Sembra che il ragazzo postasse sui social citazioni della serie
Inoltre, sembra che sia stato proprio lui a chiamare la polizia dopo la strage: «Mi chiamo Kosta Kecmanovic, sono a scuola e ho ucciso delle persone. Venite». Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha raccontato che Kosta non dà segni di «alcuna emozione o rimorso». Nessuna assunzione di droga è stata rilevata.
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Nei guai anche i genitori. Sembra che il ragazzo fosse abituato a sparare. Infatti, ha ucciso, prendendo con cura la mira al petto o alla testa delle sue vittime. Mira che avrebbe acquisito grazie al padre che spesso lo portava con sé. Erano del padre, 48 anni e radiologo di fama nella capitale, le armi regolarmente registrate, che il ragazzo ha usato.
Si trovavano chiuse in casa in una cassaforte, ma il ragazzo ne conosceva la combinazione. In custodia cautelare anche la madre, un avvocato.
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