Bataclan, esce il libro scritto dal padre di una vittima e di un terrorista

Bataclan, esce il libro scritto dal padre di una vittima e di un terrorista

Bataclan, oggi prende avvio il processo per l’attentato terroristico, in concomitanza con la pubblicazione di un libro scritto dal padre di una vittima e di un terrorista

Oggi si apre a Parigi il processo per la strage del Bataclan, il locale dove tra il 13 e il 14 novembre 2015 si verificò uno dei sei attentati terroristici di matrice jihadista, dove morirono 130 persone; i feriti furono 500. Quasi in concomitanza con l’inizio del processo è uscito un libro, che fa già parlare molto di sè, per i suoi autori. Si tratta, infatti, del padre di una delle vittime e il padre di uno degli attentatori. Cosa hanno in comune queste due persone? Sicuramente un grande dolore per una perdita e per delle circostanze che vanno oltre il loro volere.

A raccontare la loro storia e il loro punto di vista, insieme alla nascita del libro, è stato uno degli autori, Georges Salines, intervistato dal Corriere della Sera. Salines è il padre della 29enne Lola, che ha perso la vita nell’attentato: “sono ferite incurabili”, così l’uomo definisce i sentimenti che ha in comune con Azdyne Amimour, il padre di uno degli attentatori.

«Ricordo il primo momento in cui ci siamo visti. Mi ha voluto mostrare – dice Salines – una foto di suo figlio Samy quando aveva 12 o 13 anni: un ragazzino sorridente, posato, che non lasciava indovinare alcuna aggressività. Azdyne non si dava pace per non essere riuscito a impedirne la radicalizzazione. Era come se suo figlio fosse diventato un’altra persona, vittima di una setta».

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Azdyne Amimour ha tentato in tutti i modi di convincere il figlio a ritornare sulla giusta strada, ma senza riuscirvi: “I genitori di terroristi come lui perdono i figli tre volte: quando si radicalizza, quando dice di andare a fare un escursione in montagna e invece poi telefona avvisando “sono in Siria”, e quando il figlio muore nell’attentato“. Non risparmia parole di compassione: “Molti genitori non sono né complici né responsabili degli atti dei loro figli”.

Salines sarà presente al processo anche per testimoniare: “Potremo capire meglio come gli attentati sono stati pensati, organizzati ed eseguiti, sarà molto importante” e poi aggiunge “voglio testimoniare. Parlerò di mia figlia Lola e di quello che ho vissuto, ma anche di quello che ho fatto dopo, una cosa non comune a tutti“. Salines ha fondato l’associazione «13onze15 : Fraternité et Vérité» con cui cerca di combattere l’odio, attività che fa anche attraverso la scrittura di libri, come quello appena pubblicato con Azdyne Amimour “Il nous reste les mots”.

Fonte immagine: https://www.instagram.com/p/Bb6OEtFnwHJ/

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