Avvocatessa uccisa a Roma dall’ex, i ristoratori si difendono: “Martina non è mai stata cacciata via”
La sera del 13 gennaio scorso, Martina Scialdone, avvocato di 34 anni, è stata uccisa dall’ex compagno, un uomo di circa 60 anni, Costantino Bonaiuti, sindacalista di Assivolo, sindacato dei quadri Enav, al culmine di una lite scoppiata in un locale di Roma.
La lite sarebbe scoppiata durante una cena di chiarimento. Secondo alcune indiscrezioni anche altri clienti del locale sarebbero intervenuti per sedare gli animi. L’uomo era uscito dal locale, mentre la donna si rifugiava in bagno. Secondo quanto emerso dalle prime ore, sembra che la donna sia stata allontanata dal locale, ma alcune persone, forse dipendenti del locale, avrebbero detto: «Martina non è mai stata cacciata via dal bagno del nostro locale, è uscita da sola e tutti eravamo ormai convinti che l’uomo si fosse dileguato perché ormai aveva abbandonato il ristorante. Anzi, noi abbiamo tentato di proteggerla. Poi anche lei è andata via: la povera ragazza è stata uccisa a un centinaio di metri dal nostro locale, solo dopo essere stata colpita è tornata indietro ferita e noi ci siamo immediatamente attivati per soccorrerla».
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Sicuramente dal locale è partita la chiamata al 112, ma non è chiaro se sia avvenuto prima o dopo lo sparo mortale. Saranno le telecamere interne ed esterne a chiarire la dinamica di quei momenti. Intanto, il locale dove è accaduta la tragedia è restato chiuso in segno di lutto. Un messaggio dei titolari su Instagram dice: «Oggi e domani rimarremo chiusi per esprimere la massima sensibilità a familiari e amici della vittima. Ci teniamo a ringraziare i nostri clienti che hanno collaborato per calmare la situazione e che hanno potuto appurare che abbiamo fatto tutto il possibile allertando le autorità sin dal primo momento. Ringraziamo inoltre in modo particolare una nostra cliente che avendo competenze mediche ha tentato immediatamente di rianimare e dare soccorso alla ragazza».
Poi aggiunge: «Ci siamo resi totalmente disponibili a collaborare con le forze dell’ordine che stanno ancora svolgendo le necessarie indagini in merito all’accaduto». Ancora nessuno tra titolari e dipendenti sono stati sentiti dagli inquirenti.
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