Allegra Gucci racconta la sua verità sulla morte di Maurizio Gucci in una intervista esclusiva a Vanity Fair
«L’assassinio di mio padre e l’incarcerazione di mia madre sono stati per me uno tsunami», racconta Allegra Gucci a Vanity Fair nel numero in edicola da mercoledì 9 marzo. «Avevo 14 anni e venni travolta dall’onda: in quei momenti, cercavo solo una bolla per respirare mentre intorno avevo solo squali». Il giorno dell’omicidio di Maurizio Gucci, erede del marchio dalla doppia G, avvenuto il 27 marzo 1995: «La notte precedente non avevo dormito bene. Al mattino mia madre entra in camera e mi dice che papà è morto: rimango immobile, come se la mia vita si fosse fermata», racconta Allegra Gucci. Ricordi ancora vivi, come quelli sugli anni del carcere della madre Patrizia Reggiani – «per 17 anni sono andata a trovarla ogni mercoledì e venerdì che Dio ha mandato in terra» – e gli infiniti, innumerevoli processi. L’attenzione morbosa dei media. E ancora: Paola Franchi, allora compagna del padre «che a poche ore dalla morte di papà, organizzò un trasloco dalla loro casa; una donna che non ci ha mai dato tregua, che ai tempi, quando io ero solo una ragazzina, disse che io e il mio patrimonio eravamo “allo sbando” e che lei si offriva per tutelarci»; le figure oscure di Giuseppina Auriemma, detta «la maga», la cui influenza su Reggiani fu, secondo Gucci, fondamentale per il delitto, e di Loredana Canò, compagna di cella di Reggiani; la presenza controversa della nonna Silvana, «una grande manipolatrice a cui interessava soltanto il denaro e il potere che ne discende». Fino al difficile, intricato rapporto con la madre, una donna che è «come il negativo di una falena: è attratta dal buio. Per molti anni io e mia sorella abbiamo creduto nell’innocenza di nostra madre. Per poi scoprire dalla televisione e da sue mezze frasi che non era così. È stato terribile. Mi sono arrabbiata, e dopo la rabbia ho provato a capire se quella donna fosse mia madre oppure no. Ma non riesco mai a capire chi sia veramente. E ogni volta che provo a cercare uno spiraglio, fallisco».
Per la prima volta dopo 27 anni di silenzio, Allegra Gucci racconta tutta la sua verità nel libro Fine dei giochi. Luci e ombre sulla mia famiglia, edito da Piemme, libro che Vanity Fair anticipa in esclusiva con una copertina, un servizio fotografico e una doppia intervista (cartacea e video) che fanno luce sulla sua vita di ieri e su quella di oggi. Dal giorno della scomparsa del padre fino alle vicende processuali ancora in corso; dai fatti misteriosi di alcuni protagonisti ai movimenti bancari sospetti. Allegra smonta congetture, false notizie e ricordi imprecisi diventati dominio dell’opinione pubblica e finiti sul grande schermo nel film House of Gucci.
«Ho fatto questa intervista, ho scritto questo libro perché ho due figli piccoli. Vedendo il clamore suscitato dal film House of Gucci, non volevo crescessero senza sapere la verità. Ho ricostruito i ricordi pezzo per pezzo. A volte ho provato dolore, altre un senso di liberazione. È la mia lettera a mio padre Maurizio. Perché mio padre Maurizio è sempre qui».
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