Aifa, ecco qual è la decisione presa sul mix di vaccini

Aifa, ecco qual è la decisione presa sul mix di vaccini

L’Aifa da il via libera al mix di vaccini, ma le Regioni procedono in ordine sparso. Pregliasco: “importante fare la seconda dose contro le varianti”

L’Aifa, l’Agenzia italiana per il farmaco, ha dato il via libera per la somministrazione eterologa del vaccino. Questi significa che chi ha ricevuto la prima dose di AstraZeneca, riceverà nel richiamo la dose di un altro vaccino, Pfizer o Moderna. Questa scelta si è resa necessaria dopo lo stop di AstraZeneca agli under 60 e dopo che si è dimostrato che il mix vaccinale apporta più benefici del previsto.

Nonostante le rassicurazioni, molti sono i dubbi e le incertezze avanzate dalle Regioni, che si sono mosse non in maniera omogenea. C’è chi si è subito adeguato alle indicazioni e chi non approva il no al mix di vaccini e poi c’è chi ha sospeso i richiami con i farmaci a mRna al posto di Astrazeneca finché non avrà garanzie e chi lascia libera scelta alle persone di optare sulla scelta del vaccino.

La confusione che si è generata nasce, come si legge nella nota dell’Ema, da “disinformazione” e ribadisce che il vaccino Astrazeneca “resta autorizzato per tutta la popolazione”.

Tuttavia, è importante continuare con la campagna vaccinale, per scongiurare una nuova e massiccia diffusione del virus, che con la variante Delta sembra essere ancora preponderante. A Milano, infatti, sono stati rilevati dal mese di dicembre 2020, almeno 81 casi di variante Delta (indiana) a cui si sommano altre varianti del virus (inglese che è predominante, sudafricana e brasiliana. Molti casi sono stati rilevati anche in soggetti vaccinati, il che ribadisce il fatto che il vaccino non evita il contagio, ma aiuta a non sviluppare la malattia in maniera grave.

A tal proposito, come riporta il Corriere della Sera, il virologo Fabrizio Pregliasco ha messo in evidenza come la variante Delta sia «sottostimata: in Gran Bretagna è presente nell’85% dei casi isolati, con una maggiore contagiosità del 50%. Per questo dobbiamo fare più tracciamento e genotipizzazioni: se lo facciamo ora riusciamo ad evitare il peggio». Questo, aggiunge il virologo, deve spingerci il più possibile alla vaccinazione perché «nonostante la variante abbia una maggiore capacità di “bucare” la copertura, il vaccino evita l’infezione da variante tra il 70 e l’80%, e mantiene il 95% di capacità, con due dosi, di evitare le forme di infezioni più gravi».

Intanto, in Gran Bretagna, dove la variante Delta sta facendo registrare una nuova impennata di contagi, è stata rinviata di un mese lo sbocco delle restrizioni.

 

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