Afghanistan, le donne protestano: “È nostro diritto avere istruzione, lavoro e sicurezza”

Afghanistan, le donne protestano È nostro diritto avere istruzione, lavoro e sicurezza

Afghanistan, le donne protestano contro il governo nascente: chiedono istruzione, lavoro e sicurezza. Ecco la storia della reporter Fatima Sabat

Attesa per oggi la nomina del nuovo governo afghano. L’annuncio sarebbe imminente e non sarebbero contemplate donne nell’esecutivo. I nomi fatti dei possibili leader sono Haibatullah Akhundzada, personalità religiosa che deterrà il potere supremo. Il mullah Abdul Ghani Baradar dovrebbe essere ricoprire il ruolo di capo del governo e supervisore degli affari correnti del Paese. Alti nomi sono Sirajuddin Haqqani e Mohammad Yaqoob, figlio del fondatore dei talebani.

Bisogna ancora aspettate per avere la certezza dei ruoli, ma quello che sembra essere certo è il fatto che la posizione e il ruolo della donna afghana diventa sempre più precaria. Rai News informa su quella che è l’azione di protesta delle donne afghane. Una cinquantina di donne afghane sono scese in piazza a Herat (ovest) per protestare al fine di ottenere il diritto al lavoro e la partecipazione nel nuovo governo.  “È nostro diritto avere istruzione, lavoro e sicurezza” e “Non abbiamo paura, siamo unite” sono gli slogan gridati. Basira Taheri, una delle leader della protesta, ha chiesto che i talebani includano le donne nel nuovo esecutivo: “Vogliamo che i talebani tengano consultazioni con noi. Non vediamo donne nelle loro riunioni“.

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Nonostante le proteste e la volontà delle donne di non sottostare all’oppressione, i talebani non smettono di minacciare quelle donne che fino ad oggi hanno ricoperto ruoli particolarmente visibili, come nel caso di Fatima Sabat, la reporter ripetutamente minacciata.

La storia di Fatima Sabat è stata raccontata dal Corriere della Sera, che riporta le parole della giornalista: «Avevo deciso di scappare già sei mesi fa. I talebani mi avevano minacciata. La mia vita sarebbe stata in pericolo se avessi continuato a fare la giornalista». Grazie alla partecipazione ad una conferenza in Pakistan, Fatima è riuscita a lasciare il suo paese e a mettersi in sicurezza. Ora vivrà a Islamabad: «Ma ora certo non torno più, resterò qui in Pakistan. Sotto i talebani per le donne che vogliono lavorare, specie alla televisione, non c’è futuro».

«Ero felice. Un lavoro bellissimo», ricorda Fatima, ma con l’arrivo dei talebani tutto è crollato. Questo il messaggio minatorio ricevuto: «Tu sei una donna musulmana, però lavori per gli infedeli, diffondi fale notizie contro di noi. Ma noi non commettiamo alcuna crudeltà. Facciamo solo il nostro dovere, combattiamo la guerra santa».

Fonte immagine: https://pixabay.com/it/photos/afghanistan-ragazza-burqa-cerimonia-60641/

 

 

 

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