Mondo dello sport in lutto: le reazioni alla morte di Boniperti

Tantissimi i messaggi di cordoglio per la scomparsa di Giampiero Boniperti

Vincere, per Giampiero Boniperti era l’unica cosa che contava. Un motto che in questi anni la Juve ha fatto suo, in campo e fuori.

Ecco perché, inevitabilmente, tra i primi messaggi di cordoglio è arrivato quello della squadra in cui ha passato una vita.

Ma non solo, tanti i messaggi per Boniperti. Tra i primi quello di Valentina Vezzali, sottosegretario allo sport del Governo.

“Grazie per quanto ha dato in campo per la maglia azzurra e per il grande contributo offerto allo sport italiano come dirigente. I miti non muoiono mai, protagonista e testimone di un calcio che trainò la rinascita del nostro Paese nel dopoguerra”.

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Non manca anche il commento di Claudio Gentile, ex difensore della Juventus. 

Alla Juve sono arrivato a 20 anni e me ne sono andato che ne avevo 31, ho vissuto con lui una lunga carriera di grandi successi, dovuti alla sua competenza nella gestione della squadra. Era molto attento con i giovani, diceva loro `sposatevi´, voleva che si facessero una famiglia e fossero tranquilli. Ci faceva sempre la predica… È sempre stato juventino. Quando arrivavi in quella società capivi che c’erano delle regole da seguire e, se non le seguivi, ti mandavano via anche se eri un grande giocatore“.

Poi è arrivato anche il tweet dell’Inter.

A ricordarlo anche il sindaco di Torino, Chiara Appendino.

“Giampiero Boniperti continuerà ad essere un modello. Ciao Presidente”, scrive su Twitter Chiara Appendino, sindaco di Torino: “Ha incarnato i più alti valori del calcio, dentro e fuori dal campo. Pilastro della Juventus e della Nazionale, capace di vestire la maglia granata in onore al Grande Torino”.

E poi ancora Giovanni Trapattoni: “Giampiero Boniperti per me è stato come un padre: nel calcio a lui devo molto, se non tutto, e la notizia della sua morte per me è un colpo al cuore. Alla Juve vincere non è la cosa importante ma l’unica cosa che conta´ è la frase che lo descrive perfettamente. Ma dietro quell’apparenza di durezza, che poi era solo rigore etico e un voler esser esigente con gli altri e con se stesso, c’era un presidente pronto a insegnare e a sostenerti, anche nelle sconfitte“.

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