Borsellino, audizione del poliziotto in commissione: “La bonifica avrebbe scoperto l’autobomba”

Il poliziotto Giuseppe Garafolo fu tra i primi ad arrivare sul luogo della strage in via D’Amelio il 19 luglio 1992

Si è tenuta oggi l’audizione in commissione Antimafia dell’Ars, che sta svolgendo una indagine sui depistaggi nelle indagini sulla strage di via D’Amelio, in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta, del poliziotto Giuseppe Garafolo, che fu tra i primi ad arrivare sul luogo dell’eccidio.

Quel giorno, 19 luglio 1992, in via D’Amelio “non fu effettuata la bonifica”. L’uomo con altri due colleghi era in servizio quel giorno dalle 13 alle 19. “Quella domenica non si fece. In quel caso chi chiede la bonifica è la sala operativa che chiama la volante per la bonifica. Il capo scorta chiede la bonifica e la sala operativa manda la volante”, spiega rispondendo alla domanda del  presidente della commissione, Claudio Fava.

“Via d’Amelio era uno degli obiettivi sensibili, quindi di tanto in tanto la volante effettuava la bonifica e il controllo preventivo”, si apprende dalla testimonianza di Garofalo,  in servizio alla sezione Volanti della questura di Palermo nel 1992.

L’ispettore Giuseppe Garafalo ha dichiarato: “Era consuetudine effettuare la bonifica dei luoghi. Presumo che non fu richiesta perché quel giorno era domenica e probabilmente non c’erano molte auto sulla strada”.

Il presidente della commissione Antimafia ha domandato: “Se ci fosse stata la bonifica si sarebbe potuto intuire cosa si stava preparando?”. Garofalo ha affermato: “Penso di sì, l’auto imbottita di esplosivo era stata rubata e una delle procedure della fase di bonifica di un luogo prevede il controllo delle targhe e di auto sospette”.

Garafolo parla anche di un uomo dei servizi di Intelligence che quel giorno gli chiese della valigetta del giudice. Su questo punto il poliziotto ricorda che si trattava di un uomo tra i 40 e i 50 anni, in abiti civili, che indossava una giacca.

“Noi siamo stati allertati dalla sala operativa. All’inizio si era pensato all’esplosione di una bombola” chiarisce l’ispettore che in otto minuti da Mondello raggiunse via D’Amelio, dove trovò un’altra volante. Il ricordo di quel giorno nelle parole di Garofalo:  “Sono ricordi veramente brutti. Fu una scena di guerra con auto incendiate, palazzi sventrati, fumo e fiamme”.

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