
Il velocista coinvolto nel caso spionaggio
Continua il caso dello spionaggio tra Marcell Jacobs e Filippo Tortu. Il fratello del velocista avrebbe infatti richiesto, all’interno dell’inchiesta Equitalia in cui è coinvolto l’ec poliziotto Carmine Gallo (morto il 9 marzo) del materiale sull’ex campione olimpico dei 100.
Giacomo Tortu, manager e figura di riferimento per Filippo, voleva capire se, l’ormai ex campione olimpico, avesse utilizzato delle sostanze illecite per “gonfiare” e alterare il proprio rendimento.
Stando a quanto ha riportato nelle ultime ore Gazzetta, Giacomo è indagato per accesso abusivo a sistema informatico in concorso e nella giornata di ieri, 19 maggio, Tortu si è avvalso della facoltà di non risponere.
Facoltà concessa ai parenti degli indagati ma che getta ancora più sospetti sull’azzurro che si è sempre dimostrato estraneo ai fatti. Non solo, Jacobs e Tortu si sarebbero chiariti e lo sprinter nato a El Paso ha detto di essere convinto dell’innocenza del compagno della 4×100.
A Belve, Jacobs ha spiegato: “Nel momento in cui io ho vinto le Olimpiadi ho, tra virgolette, oscurato un po’ quello che era il percorso che Filippo aveva fatto dal 2018. Pensavano che magari io utilizzassi doping… Il fatto che abbiano violato la mia privacy è stata la cosa che mi ha veramente dato più fastidio. Filippo, per come lo conosco e per come l’ho vissuto da Tokyo a oggi, non potrei mai pensare che lui fosse a conoscenza di questa cosa”.
Tortu, tramite Lorenzo Di Iulio e Gabriele Edmondo Pegoraro, indagati, avrebbe chiesto di risalire ai tabulati telefonici e alle chat di Jacobs.
Gallo nell’interrogatorio del 2024, disse: “Il fratello di Filippo Tortu viene da me insieme a un avvocato. Mi dice che loro hanno un sospetto, che Jacobs si sia sottoposto a doping“.