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Il Pontefice continua a essere ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma
Continua a essere ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma, Papa Francesco, le cui condizioni sono ancora gravi dopo la crisi respiratoria di qualche giorno fa.
Nella mattinata di oggi, 25 febbraio, è stato rilasciato un nuovo aggiornamento dalla Stampa Vaticana. “Il Papa ha riposato bene”, fanno sapere dal Vaticano.
La situazione però “resta sicuramente grave e importante ma non direi critica e, al momento, non ritengo vi siano segnali di una condizione di sepsi iniziale”.
A dirlo è il Presidente della Società italiana di geriatria e gerontologia (Sigg), Dario Leosco, commentando l’ultimo bollettino sulle condizioni di Papa Francesco che segnala un ‘lieve miglioramento’.
Il Papa, spiega l’ANSA, “sta dimostrando di avere una tempra forte e sta reagendo, e questo è positivo. Ma questa condizione clinica potrebbe protrarsi a lungo, dato il quadro complesso, e concordo con il fatto che la prognosi resti riservata”.
“Gli episodi di crisi respiratoria che il Papa ha avuto – aggiunge Leosco – sono dovuti alla componente asmatica che provoca una restrizione delle vie respiratorie, ovvero una broncocostrizione. Quindi l’aggravamento riscontrato anche ieri non credo sia giustificato dal mancato controllo dell’infezione respiratoria, bensì dalla condizione dei bronchi che è critica e può essere controllata solo dalla somministrazione di farmaci cortisonici”.
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Poi il geriatra ha anche aggiunto che il fatto che Papa Francesco: “entri ed esca da questi quadri altalenanti di aggravamento della condizione respiratoria appare cioè più legato alla componente asmatica e potrebbe dunque non essere legato alla mancata risposta alla terapia antibiotica”.
Poi sull’anemia:”l’infezione di per sè provoca una depressione dell’attività del midollo e quindi una riduzione della produzione di cellule sanguigne, così come il fatto che sia sottoposto ad una terapia antibiotica massiccia”. Ad ogni modo, ribadisce l’esperto, “se si passa da una situazione instabile ad una più stabile, come pare stia accadendo, credo che non ci siano degli elementi che possano far prevedere al momento una condizione di sepsi. La sepsi infatti è una condizione grave che non si risolve a breve. Pertanto mi pare che il quadro clinico generale non sia da collegarsi ad un problema septico. L’ossigenoterapia resta invece necessaria per mantenere una condizione accettabile dei parametri respiratori”.
“Il superamento dell’attuale condizione di criticità dipende dall’andamento dell’infezione polmonare che è espresso dagli indici infiammatori sistemici, quindi dall’emocromo, dai globuli bianchi e la proteina C reattiva. La risposta alla terapia antibiotica dipende dall’andamento di questi parametri, che al momento non sono resi noti nel bollettino. Sono dunque ore decisive per valutare la risposta alla terapia antibiotica”.
Bisogna, quindi, pazientare e aspettare.