Vittima di bullismo e razzismo
Lewis Hamilton è una delle figure di spicco del mondo dei motori. È anche uno dei piloti da sempre più impegnato a livello sociale.
Spesso è sceso in campo per tematiche come razzismo o difesa dei diritti umani. Hamilton nelle ultime ore è tornata proprio sulla discriminazione.
Nel podcast On Purpose ha raccontato: “Ero già vittima di bullismo quando avevo sei anni. All’epoca, a scuola, ero uno dei pochi bambini di colore e i ragazzi più grandi, più forti e prepotenti mi prendevano in giro per la maggior parte del tempo”.
ll pilota della Mercedes ha poi aggiunto: “Quando frequenti un corso di storia e nella storia che ci stavano insegnando non c’erano immagini di persone di colore, mi chiedevo: “Dove sono le persone che assomigliano a me?”. Gli insegnanti mi dicevano: ‘Non sarai mai nessuno’. Ricordo che andavo dietro il cortile, in lacrime, e ripetevo a me stesso: ‘Non sarò nessuno'”.
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“Il sistema era contro di me e nuotavo controcorrente. Ma sono grato per il mio passato, perché è quello che mi ha fatto diventare la persona che sono oggi. All’epoca non riuscivo a parlarne a casa con i miei genitori (il padre Anthony arrivò dall’isola caraibica di Grenada in UK, ndr). Non volevo che mio padre pensasse che non fossi forte”.
Poi, Hamilton è tornato sul linguaggio usato da un ex leggenda dei motori come Nelson Piquet che lo aveva appellato con il termine di “un piccolo negro”, per poi ammettere di essere stato frainteso.
Hamilton, che ha 38 anni e presto potrebbe ritirarsi, ha concluso: “Quando alle gare mi insultavano, perché ero l’unico pilota nero, mio padre mi diceva sempre: ‘Lascia che a rispondere sia la pista’”.
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