Brasile, i sostenitori di Bolsonaro assaltano le istituzioni. Arrestati in 400

Brasile, i sostenitori di Bolsonaro assaltano le istituzioni. Arrestati in 400

Brasile, i sostenitori di Bolsonaro assaltano le istituzioni: il Palazzo presidenziale di Planalto, il Congresso e il Tribunale supremo

I sostenitori di Bolsonaro, sconfitto da Lula alle ultime presidenziali, ieri 8 gennaio, hanno assaltato alcune sedi istituzionali sul modello dall’assalto al Campidoglio statunitense ad opera di decine di manifestanti che appoggiavano Trump. I “terroristi”, come sono stati definiti dalla stampa brasiliana, hanno assaltato tre sedi istituzionale: il Palazzo presidenziale di Planalto, il Congresso e il Tribunale supremo.

All’interno del Palazzo di Planalto, i terroristi si sono dati ad atti vandalici, postando sui social le immagini dell’invasione. Sedie e tavoli distrutti, vetri spaccati e vandalizzato persino lo studio presidenziale. Ingenti danni sono stati riportati anche nelle altre sedi assaltate. Durante l’attacco alla Corte Suprema è stata trafugata anche una copia della Costituzione del 1988, che una volta rimossa è stata portata in Praca dos Tres Poderes.

Secondo la stampa l’edizione originale della Magna Carta è conservata nel museo della Corte Suprema e sarebbe intatta e non essendo stata vandalizzata. La polizia militare è intervenuta sparando proiettili di gomma, gas lacrimogeni e bombe stordenti dagli elicotteri allo scopo di disperdere le persone. Dopo diverse ore, le forze di sicurezza sono riuscite a riprendere il controllo dei tre palazzi. Arrestate almeno 400 persone.

Molto duro l’intervento del presidente Lula alla tv che ha parlato di «fanatici fascisti», «tutti i responsabili di atti terroristici saranno identificati e puniti». Il presidente ha anche accusato la polizia militare di «incompetenza o malafede» e su Twitter, ha scritto che gli assalitori sono stati «incoraggiati dai discorsi» di Bolsonaro.

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Con un decreto d’urgenza Lula ha esonerato il governatore del Distretto federale della capitale, Ibaneis Rocha, che molti ritengono essere vicino a Bolsonaro. In seguito Rocha si è scusato pubblicamente, dando pieni poteri d’intervento alle forze federali.

Fonte immagine: https://twitter.com/giuliocavalli/status/1612181351402283011/photo/1

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