Caso Weinstein, condannato a Los Angeles su tre capi d’accusa
Divisione da parte della giuria
Non si è ancora risolta la vicenda giudiziaria attorno all’ex produttore Harvey Weinstein. Anni fa iniziava a spuntare retroscena e denunce, da cui è nato il movimento MeToo, su presunte molestie sessuali.
A Los Angeles è stato ritenuto colpevole di uno stupro e due aggressioni sessuali.
Non un giudizio unanime visto che la giuria del processo contro Harvey Weinstein si è divisa sul totale di sette capi di imputazione.
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Non è stata raggiunta l’unanimità sul fatto che l’ex produttore si fosse approfittato delle donne che lo avevano avvicinato e avesse cercato di fare sesso con loro senza averne il consenso.
Attualmente sta affrontando 23 anni di prigione per essere condannato a New York. Il produttore rischiava fino a 60 anni e ora ne rischia tra 18 e 24.
I giurati non hanno trovato l’intesa “contro ogni ragionevole dubbio” su un capo di imputazione per stupro e alti due per aggressione sessuale.
Con il verdetto si chiude così, dopo ben oltre 44 testimonianze, il processo iniziato a fine ottobre. Sia nello stato di NY che in quello di Los Angeles Weinstein si è rifiutato di testimoniare in propria difesa.
L’ex produttore, che si era in tutti i casi dichiarato non colpevole, è stato invece scagionato dalle accuse di aggressione contro una massaggiatrice che avrebbe confidato le molestie a un altro cliente famoso, Mel Gibson.
I giurati si sono divisi sulle altre due accusatrici una delle quali è la moglie di Newson. Su di lei il verdetto è stato di otto a quattro, non sufficiente a dichiarare l’unanimità.
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