Ospite del programma di Sky “Vite – L’arte del possibile”
Nei giorni dei mondiali, Roberto Baggio si racconta. L’ex calciatore è il protagonista del programma “Vite – L’arte del possibile”, in onda su Sky TG24 mercoledì 23 novembre alle 20:45 e su Sky Sport Uno alle 22.45.
Baggio si racconta a cuore apertoa Giuseppe De Bellis sull’aereo di linea ITA Airways che porta il suo nome.
Immancabile un ricordo di Paolo Rossi a cui era molto affezionato.
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“Andavo con il papà la domenica in bicicletta a vedere giocare il Vicenza dove c’era anche Paolo e sognavo di diventare come lui”.
E poi il rigore di Pasadena che ancora fa fatica a dimenticare: “La gente mi ha sempre dimostrato grande amore, grande affetto per cui hanno capito la mia sofferenza, però sono molto esigente con me stesso… Avevo mille occasioni per sbagliare un rigore ma non dovevo sbagliarlo quel giorno”.
Baggio parla anche della Nazionale, con cui tutto si è chiuso dopo la mancata convocazione del Mondiale 2002.
“È una ferita – ha ammesso – come tutte le ferite magari non si cicatrizzano mai fino in fondo, perché credo che quel mondiale era solo un premio per quello che avevo fatto e per quello che avevo dato alla maglia azzurra”.
Baggio ricorda anche gli anni giocati in A.
“L’anno di Bologna – ha raccontato – è stato un anno meraviglioso per tanti aspetti. Mi ha riportato in Nazionale e mi ha riportato alla gioia di poter vivere un altro mondiale. C’è stato un grande rapporto con la gente, veramente, io e la mia famiglia non ci siamo neanche accorti del tempo che passava”.
Su un suo ritorno nel mondo del calcio, risponde: “All’inizio volevo staccare completamente e volevo capire cosa fare da grande e poi sì, ogni tanto ti torna il desiderio, ci pensi e poi per fortuna rimane un pensiero. Bisogna essere portati per fare anche determinate cose e io forse non mi reputo all’altezza di farle”.
Dopo il ritiro, invece, la trasformazione. Baggio ritorna Roberto, salutando il campo con la consapevolezza di chi ha dato tutto e godendosi adesso la quiete e l’amore della sua famiglia lontano dai riflettori, nell’attesa di diventare nonno e riscoprendo ogni giorno il suo profondo amore per la natura: “Per me il fatto di stare a contatto con la natura, di lavorare, di tagliare le piante, di fare le cose che apparentemente per gli altri non hanno significato, mi fa arrivare alla sera sfigurato dalla fatica ma realizzato. Hai fatto qualcosa che servirà alla tua famiglia, ai tuoi amici”.
Per quanto riguarda i desideri e i sogni per il futuro afferma di voler “vedere questo Paese come era una volta: invidiato da tutti. La speranza c’è sempre, non ci manca niente”.
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