La storia di Jeffrey Dahmer riportata alla luce dalla serie tv di Netflix
Protagonista Evan Peters
Evan Peters sta conquistando tutti con il “suo” Jeffrey Dahmer. L’attore veste infatti i panni del celebre serial killer nella serie Netflix di Ryan Murphy (Dahmer – Monster: The Jeffrey Dahmer Story).
Lo show è attualmente tra i più visti del catalogo Netflix e non solo e l’interpretazione di Peters è davvero magistrale considerando la complessità del personaggio.
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“Onestamente – ha detto l’attore – ero molto spaventato da tutte le cose che faceva, e tuffarsi in quello e cercare di impegnarmi in quello sarebbe stata assolutamente una delle cose più difficili che avessi mai dovuto fare in vita mia perché volevo che essere molto autentico. Ma per farlo, dovevo andare in posti davvero bui e rimanerci per un lungo periodo di tempo. Devo dire che la troupe è stata determinante nel tenermi sui guard rail, non posso ringraziarli abbastanza e non avrei potuto fare nulla di questo ruolo con loro. È stata una sfida cercare di avere questa persona che era apparentemente così normale ma sotto tutto questo, aveva questo mondo intero che teneva segreto a tutti”.
Chi era Jeffrey Dahmer
L’uomo, un killer è passato alla storia come il cannibale di Milwaukee. Nato appunto nella cittadina del Wisconsin nel 1960 Dahmer sembra abbia avuto una infanzia difficile.
Una madre assente e vinta dalla depressione. Fin da piccolo è un bambino solo che si appassiona allo studio delle ossa degli animali. Il padre, da chimico, gli insegna infatti a conservarle.
Il coming out inizia a creare anche fantasie perverse e violente in età adolescenziale. Il primo assassinio avviva a 18 anni.
Uccise un autostoppista con un manubrio da palestra: dopo vivisezionò il corpo non prima di essersi masturbato sul cadavere, per poi polverizzare le ossa.
Solo l’inizio di una serie di omicidi che diventano costanti a fine anni ottanta. Nel 1989 arriva la prima condanna per violenza sessuale ma Dahmer riesce a uscire su cauzione.
Gli omicidi si susseguono fino al 1991 e la tecnica è sempre la stessa. Dahmer sedava le vittime, poi intratteneva dei rapporti sessuali, li uccideva, smembrava il corpo e ne teneva i resti.
Solo un tentativo di omicidio fallito porta al suo arresto e alla sua confessione. In totale, con Jeffrey Dahmer ritenuto in grando di intendere e di volere, saranno quindici gli omicidi.
Nel febbraio del 1992 viene così condannato a quindici ergastoli. Venne ucciso dopo due anni in carcere da Christopher Scarver, un detenuto affetto da schizofrenia.
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