Delitto di Samarate, rotti i sigilli della villa della strage. Si indaga per capire se è stato un tentativo di furto o una ragazzata
Si infittisce il giallo intorno alla strage di Samarate, dove l’architetto-imprenditore Alessandro Maja ha ucciso la moglie 56enne Stefania Pivetta, la figlia Giulia, di 16 anni, e ha ferito gravemente il primogenito 23enne Nicolò.
A quanto si apprende da Corriere della Sera, sono stati rotti i sigilli della villetta a due piani dove è stata consumata la tragedia e «segni di spostamento» all’interno dell’abitazione.
Non è facile capire se si è trattato di un tentativo di furto o di altro. In casa pare ci fossero preziosi, ma secondo il suocero di Maja nulla è stato rubato: «C’erano orologi di valore, oggetti di un certo pregio, sicuramente anche contanti, ma non risulta che nulla sia stato rubato».
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Ad accorgersi della porta d’ingresso aperta è stata una vicina. Il procuratore di Busto Arsizio Carlo Nocerino ha dichiarato: «Dovremo capire se sono stati dei balordi o è stata una ragazzata macabra. Non sembra si tratti di ladri». Inoltre, si cerca di capire se i responsabili fossero in cerca di documenti.
Il sindaco di Samarate, Enrico Puricelli, ha detto: «Non dico che non si stava più parlando di questa storia, è uno dei più gravi fatti di cronaca degli ultimi anni… Ma fino a ieri mattina i pensieri di tutti erano rivolti a Nicolò e alla data dei funerali. Dopo quanto successo tutti aggiungono altri discorsi, altre ipotesi a questa storia…».
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