La Cei sulle morti sul lavoro: “senza le persone non c’è comunità di lavoro”

La Cei sulle morti sul lavoro senza le persone non c’è comunità di lavoro

La Cei sulle morti sul lavoro: “La vera ricchezza sono le persone: senza di esse non c’è comunità di lavoro”

La Conferenza Episcopale italiana ha pubblicato il messaggio per la prossima Festa dei lavoratori, ponendo l’accento su due aspetti fondamentali: la sicurezza sul lavoro e la cultura della cura.

Ha detto Papa Francesco ricevendo in udienza l’Associazione nazionale dei costruttori edili: «La vera ricchezza sono le persone: senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane, che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore».

Partendo da questo concetto espresso da Papa Francesco, i Vescovi italiani denunciano le troppe morti sul lavoro: “Un Paese che cerca di risalire positivamente la china della crisi non può fondare la propria crescita economica sul quotidiano sacrificio di vite umane. Lo scenario che abbiamo davanti è drammatico: nel 2021 sono stati 1.221 i morti (dati Inail), cui si aggiungono quelli “ignoti” perché avvenuti nelle pieghe del lavoro in nero, un ambito sommerso in cui si moltiplicano inaccettabili tragedie”.

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Alle morti, si aggiunge un altro dramma, quello degli infortuni: “Non ci sono solo le morti: gli infortuni di diverse gravità esigono un’attenzione adeguata, così come le malattie professionali domandano tutela della salute e sicurezza. Ci sono interventi urgenti da attuare, agendo su vari fronti”.

Per superare questa emergenza, i Vescovi chiedono un cambio di rotta: “La complessità delle cause e degli eventi richiede un approccio «integrale» da parte di tutti i soggetti in campo: vanno realizzati interventi di sistema sia a carattere statale, sia a livello aziendale. È fondamentale investire sulla ricerca e sulle nuove tecnologie, sulla formazione dei lavoratori e dei datori di lavoro, ma anche inserire nei programmi scolastici e di formazione professionale la disciplina relativa alla salute e alla sicurezza nel lavoro”.

Aggiungono che: “Un ruolo decisivo nella tutela della sicurezza del lavoratore e delle sue condizioni di salute è assicurato dalle modalità di organizzazione dell’impresa sia sotto il profilo dell’adozione delle misure protettive sia della vigilanza affinché esse siano rispettate”.

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