L’omaggio a Giuseppe Ungaretti nel 134° anniversario dalla nascita

L'omaggio a Giuseppe Ungaretti nel 134° anniversario dalla nascita

L’omaggio a Giuseppe Ungaretti nel 134° anniversario dalla nascita con una delle sue poesie più famose scritte durante la guerra

Giuseppe Ungaretti è uno dei poeti che più ha segnato la letteratura italiana dello scorso secolo. Oggi 8 febbraio 2022 ricorre il 134° anniversario della nascita. Giuseppe Ungaretti nacque nel 1888 ad Alessandria d’Egitto da genitori italiani, provenienti dalla provincia di Lucca. Il padre era impiegato come operaio nello scavo del canale di Suez.

L’amore per la poesia nacque tra i banchi di scuola e si intensificare grazie ai continui stimoli culturali della città egizia. Negli anni della giovinezza studia e approfondisce la poesia francese e italiana ed ebbe anche uno scambio epistolare con Giuseppe Prezzolini.

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Nel 1912 si trasferisce a Parigi, dove inizia a frequentare le lezioni tenute dal filosofo Henri Bergson e di molti altri intellettuali e filologi presso le università cittadine. Entra così in contatto con l’ambiente artistico e culturale internazionale, conobbe Guillaume Apollinaire, con il quale strinse una solida amicizia, Giovanni Papini, Ardengo Soffici, Aldo Palazzeschi, Pablo Picasso, Giorgio de Chirico, Amedeo Modigliani.

A segnare profondamente la sua poetica e il suo pensiero sarà la guerra. Lo scoppio della prima guerra mondiale lo vede coinvolto personalmente. Si arruola, infatti, nel 19º Reggimento di fanteria della Brigata “Brescia” quando, il 24 maggio del 1915, l’Italia entrò in guerra. A seguito delle battaglie sul Carso, cominciò a tenere un taccuino di poesie, che furono poi raccolte dall’amico Ettore Serra (un giovane ufficiale) e stampate, in 80 copie, presso una tipografia di Udine nel 1916, con il titolo Il porto sepolto.

E con “San Martino del Carso“, una delle poesie più note e toccanti di Ungaretti, in questo anniversario ricordiamo non solo il poeta e l’uomo, ma anche l’estrema attualità del suo messaggio poetico:

«Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro

Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto

Ma nel cuore
nessuna croce manca

È il mio cuore
il paese più straziato»

Fonte immagine: https://twitter.com/teatrolafenice/status/1490978207046123522/photo/1

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