Morte Borsellino, la Cassazione: “paternità mafiosa ma con zone d’ombra”

Paolo Borsellino

Morte Borsellino, la Cassazione: “paternità mafiosa ma con zone d’ombra”. Depositate le motivazioni del processo Borsellino quater

Sono state depositate le motivazioni della sentenza del processo Borsellino Quater, in cui sono state confermate le condanne all’ergastolo dei boss palermitani Salvatore Madonia e Vittorio Tutino e per Calogero Pulci e Francesco Andriotta. Secondo i giudici non ci sono dubbi che la paternità dell’attentato è mafiosa, ma sono evidenti anche delle “zone d’ombra”, come ad esempio il coinvolgimento del Sisde e la sparizione dell’agenda rossa del magistrato.

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Secondo quanto riportato da Tgcom24, non ci sono nuovi elementi da ricondurre alla trattativa Stato-mafia, ma è chiaro che “i dati probatori relativi alle ‘zone d’ombra’ possano al più condurre a ipotizzare la presenza di altri soggetti o di gruppi di potere (co)-interessati all’eliminazione di Paolo Borsellino, ma ciò non esclude il riconoscimento della “paternità mafiosa” della strage di Via D’Amelio  e della sua riconducibilità alla “strategia stragista” deliberata da Cosa Nostra, prima di tutto come ‘risposta’ all’ esito del maxi processo“.

Questo, si legge nella sentenza: “non fa certo venir meno la complessità finalistica di quella strategia, proiettata in una triplice dimensione: una finalità di vendetta contro il nemico storico di Cosa Nostra rimasto in vita dopo la strage di Capaci”. La strage, dunque, aveva non solo una “finalità preventiva, volta a scongiurare il rischio che Paolo Borsellino potesse raggiungere i vertici delle nuove articolazioni giudiziarie promosse da Giovanni Falcone”, ma anche una “finalità, infine, schiettamente destabilizzatrice” per “mettere in ginocchio lo Stato” che nella “prospettiva di Cosa Nostra era tesa a “fare la guerra per poi fare la pace”.

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