Omicidio di Ercolano, nuovi dettagli incastrano l’assassino. La sua versione dei fatti non coincide con quanto emerso dalle indagini
Con il passare delle ore emergono nuovi dettagli che chiariscono la dinamica del doppio omicidio di Ercolano. La versione dell’assassino, Vincenzo Palumbo, non ha mai convinto gli inquirenti, che hanno interrogato l’uomo per ore. L’uomo ha dichiarato di essere stato svegliato dal suono dell’allarme di casa e, affacciatosi, di aver visto un uomo fuggire dalla propria abitazione in direzione dell’auto, una Fiat Panda bianca, il cui motore era acceso. Ad attenderlo c’era l’altro giovane pronto per la fuga. In quel momento Palumbo avrebbe esploso cinque o sei colpi di pistola.
Tuttavia, la sua versione sarebbe smentita dalle immagini di una telecamera di sicurezza che ha ripreso il momento dell’omicidio. Le immagini mostrano che Palumbo ha esploso ben 11 colpi di pistola, di cui cinque avrebbero perforato il tettuccio dell’auto, uccidendo i due giovani. Inoltre, ad aggravare la posizione dell’autotrasportatore è il fatto che avrebbe sparato mentre l’auto con entrambe i giovani a bordo si stava allontanando.
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Il Corriere della Sera riporta il comunicato della Procura in cui si dice che i due giovani erano incensurati e non erano armati, nè avevano con sè strumenti che potessero in qualche modo ricondurli a furti con scasso. Dunque, non vi sarebbero elementi per affermare che i due giovani stessero lì per attuare un furto. Inoltre, nella nota si legge che «la dinamica dei fatti per il numero, la sequenza e la direzione dei colpi esplosi, così come ricostruita attraverso le indagini fin qui svolte, appare rivelare una condotta intenzionalmente e senza giustificazione rivolta a cagionare la morte violenta». Per Palumbo, dunque, si attende la convalida del fermo.
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