A “Quarta Repubblica” la testimonianza dello zio di Eitan, il bambino sopravvissuto alla tragedia del Mottarone e ora rapito dal nonno
«Non sappiano dove sia Eitan. Non sappiamo niente, la famiglia materna non comunica. Loro, secondo quello che dicono i giornali israeliani, lo tengono nascosto da qualche parte». Queste le parole dello zio paterno di Eitan, Or Nirko, intervistato da “Quarta Repubblica”, ieri, in prima serata, su Retequattro. E aggiunge: «Non capisco come le autorità svizzere permettano a un bambino che ha un cognome di salire su un volo con una persona, suo nonno, che ha un cognome diverso e uscire dal Paese, senza nessun documento che gli permetta di uscire. Questo non può accadere se non c’è un complice; non poteva fare tutto da solo, non aveva le risorse e neanche l’intelligenza di poterlo fare da solo. Aveva un aiuto».
Grazie ancora per essere stati con noi
Potete rivedere la puntata qui su @MediasetPlay #quartarepubblicahttps://t.co/QbIZSeLJs1— Quarta Repubblica (@QRepubblica) September 14, 2021
In merito ai motivi di questo gesto, per cui il nonno è indagato per sequestro di persona, lo zio ipotizza: «Hanno sempre detto ‘Noi faremo ogni cosa perché il bambino sia nostro’, lo vedevano un po’ come un oggetto, l’ultimo ricordo della mamma, la loro figlia».
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Sulla possibilità che ci siano anche motivi economici dietro il sequestro del bambino, lo zio risponde: «Questa è una cosa che non sappiamo per certo, io solo presumo che loro non abbiano ancora fatto l’atto per l’eredità del bisnonno, una persona molto ricca, anche lui vittima della tragedia del Mottarone. Può essere che l’erede principale fosse la mamma di Eitan e di conseguenza anche Eitan era il prossimo in linea di successione di un grande patrimonio e potrebbe essere quindi una possibilità».
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