Giuseppe De Donno, la procura di Mantova apre un’inchiesta sul suicidio del medico. Lo scopo è capire se ci sono responsabilità esterne all’estremo gesto
La procura di Mantova ha aperto un’inchiesta sulla morte di Giuseppe De Donno, l’ex primario di pneumologia dell’ospedale cittadino. Il corpo del medico era stato trovato privo di vita nella sua abitazione dai familiari. Si è trattato di suicidio, ma la procura vuole chiarire bene la dinamica e soprattutto cercare eventuali responsabili che abbiano, in qualche modo, indotto il medico al disperato gesto.
Già nella serata di ieri i carabinieri e il magistrato hanno ascoltato la moglie e i due figli, e sono stati posti sotto sequestro i cellulari e il computer del medico. De Donno era stato il sostenitore della cura anti-covid con la terapia al plasma iperimmune, successivamente soppiantata da altre cure. De Donno è stato un convinto sostenitore di tale terapia e ne parlava molto sui social.
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Rai News, infatti, informa che “De Donno era un assiduo frequentatore, fino a qualche mese fa, di Facebook, dove anche con falsi profili discuteva con se stesso dell’efficacia del plasma iperimmune. Qualche tempo fa ne era però uscito quando si era accorto che tanti dei suoi seguaci erano no vax. Adesso sui social la sua morte, oltre a suscitare cordoglio e commozione, ha anche scatenato una ridda di teorie complottistiche”.
Proprio quest’ultima teoria sarebbe legata alle sue improvvise dimissioni da primario ospedaliero in favore della carriera di medico di famiglia. Tuttavia, De Donno non ha mai detto pubblicamente che vi fosse una relazione tra la delusione per la terapia e le dimissioni, ma sempre Rai News parla “di un vecchio disagio psicologico fin lì tenuto sotto controllo” e che potrebbe essere riaffiorato.
Le indagini faranno chiarezza su quanto accaduto, quello che è certo riguarda la professionalità e umanità di De Donno, doti riconosciute da tutti i suoi colleghi e amici.
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