Selvaggia Lucarelli e il fratellino mai conosciuto: “Mio fratello morto per la distrazione di un adulto”
Selvaggia Lucarelli e il fratello mai conosciuto: la giornalista l’ha raccontato in un articolo partendo dal caso del piccolo Nicola Tanturli, il bimbo scomparso nelle campagne del Mugello e poi ritrovato dall’inviato de La vita in diretta due giorni dopo. Così su Tpi Lucarelli ha raccontato un fatto della sua vita privata
“Qualche giorno fa sono andata a trovare i miei genitori e mio padre, dopo cinque minuti di chiacchiere sul Covid e su come va il mondo, mi ha detto che la storia di Nicola, il bambino che se ne è andato in giro per i boschi del Mugello smarrendo la strada, l’ha molto colpito. Perché ‘tutti voi, alla fine, siete dei miracolati’, ha detto. Per ‘tutti voi’ intendeva me e due miei fratelli”, ha scritto Selvaggia Lucarelli parlando poi del fratellino: “Era nato da poco, dormiva nel suo lettino in ostetricia. Secondo la ricostruzione dei miei genitori, un’infermiera uscì forse a fumarsi una sigaretta, lui ebbe un rigurgito. Morì soffocato”.
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“La distrazione, la leggerezza, l’irresponsabilità di un adulto che doveva badare a dei neonati sono costate la vita a un fratello che non ho mai conosciuto”, ha aggiunto nell’articolo, soffermandosi sui momenti prima da figlia e poi da genitore ha detto: “Ho cresciuto mio figlio quasi sempre da sola, mi sono persa dei pezzi ma ho fatto anche degli stupefacenti salti mortali, ho peccato di leggerezza, talvolta, ma sono stata più spesso attentissima. Ho fatto quel che potevo”, e poi: “Credo perfino di passare per una buona madre, ma la linea che mi separa dall’essere stata una madre degenere è sottilissima. Sarebbe bastato un attimo. La tavoletta che scappava di mano, un piede messo male sul pontile, il tram che passava in quel momento”.
E poi conclude con un pensiero ai genitori che hanno criticato i genitori del piccolo Nicola: “Non so cosa convinca tanti genitori e tanti non genitori di non poter mai sbagliare con i propri figli, di avere sempre il controllo della situazione, di non conoscere inciampi e sbadataggine, ma una cosa è certa: chi non concede attenuanti agli altri, non le concede neppure a se stesso”.
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