Patrick Zaki ai partecipanti al Wired Next Fest: “Dovete far sentire le vostre voci”
Patrick Zaki è intervenuto al Wired Next Fest e, parlando ai giovani ha detto: “Dovete far sentire le vostre voci”
Patrick Zaki ha preso parte, in video conferenza, ai lavori del Wired Next Fest in corso nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze. Per l’occasione ha parlato della prossima udienza: “Sto bene, il 21 giugno ci sarà la prossima udienza. Il procedimento è iniziato a settembre, mi sono trovato in tribunale per aver scritto un articolo sulla situazione della minoranza cristiana copta. Adesso rischio molto, perché la mia è una questione di libertà di parola“.
Ai tanti giovani presenti, Zaki ha inoltre detto: “Siete stati al mio fianco, ho sentito la vicinanza della grande famiglia italiana. Sono veramente fortunato per aver studiato a Bologna, e ho sentito da subito il supporto dell’Italia, un supporto arrivato grazie ai social media. Dovete far sentire le vostre voci, bisogna fare ancora di più. Ci sono ancora tante persone detenute, e dobbiamo parlare anche di loro”.
.@patrickzaki1 in collegamento col Wired Next Fest #WNF22 con @ferrazza e l’autrice e giornalista @lacappon pic.twitter.com/yUDOGnlj8T
— Wired Italia (@wireditalia) May 28, 2022
Zaki è intervenuto anche sulla guerra in Ucraina, parlando del ruolo determinante dei Social: “Nella guerra in Ucraina i social svolgono un ruolo importante: sappiamo tanti dettagli dal primo giorno, sappiamo cosa sta accadendo. In alcuni casi è stato fondamentale accedere alle notizie tramite social media: ci sono tante violazioni dei diritti dell’uomo, in particolare la situazione dei cittadini arabi e dei rifugiati che lasciavano le città dell’Ucraina è stata segnalata grazie ai social media, ed è una questione che mi tocca da vicino”.
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Continua Zaki: “Il futuro della democrazia è strettamente correlato alla libertà di parola, che è una delle pietre miliari della democrazia. Tutto dovrebbe essere pubblicato, è quello che penso; tutto dovrebbe essere pubblicato in condizioni normali. Nel mio caso è stato detto che sono un terrorista perché condivido le mie opinioni. Penso che tutti devono poter avere la possibilità di scrivere tutto ciò che pensano”.
Ha poi concluso: “I social media sono molto importanti per capire la realtà. Tutti oggi siamo esposti alla vita degli altri ci aiutano a capire e percepire la realtà, tutti siamo interessati direttamente”.
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