Alessia Pifferi, il gip nega la consulenza neuroscientifica. Ecco perché

Alessia Pifferi, il gip nega la consulenza neuroscientifica. Ecco perché

Alessia Pifferi, il gip nega la consulenza neuroscientifica: “nessuna storia di disagio psichico né tanto meno di psico-patologia”

Alessia Pifferi è accusata di omicidio volontario aggravato per aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi. La difesa aveva chiesto al gip di poter procedere con una consulenza neuroscientifica, ma il gip ha negato la richiesta.

Fabrizio Filice, il gip di Milano, ha rifiutato per due volte consecutive la richiesta degli avvocati difensori, motivando così la scelta: Alessia Pifferi “non ha mai avuto, nella sua vita, nessuna storia di disagio psichico né tanto meno di psico-patologia”. “Anche dopo l’ingresso in carcere, come attestano le relazioni del Servizio di psichiatria interna, si è sempre dimostrata consapevole, orientata e adeguata, nonché in grado di iniziare un percorso, nei colloqui psicologici periodici di monitoraggio, di narrazione ed elaborazione del proprio vissuto affettivo ed emotivo, come attesta in particolare la relazione del 2 agosto 2022”.

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La difesa aveva avanzato la proposta per “cercare di sondare il funzionamento strettamente cognitivo dell’indagata”. Il giudice delle indagini preliminari, tuttavia, non esclude che il giudice potrà chiedere, in fase di processo, una perizia, che possa essere di “una possibile utilità della prova neuroscientifica come supporto al processo decisionale del giudice”.

La difesa della donna ha così commentato il rifiuto del gip: “La giustizia nega il diritto di difendersi provando. Come se le neuroscienze fossero qualcosa che può entrare nel processo solo per valutare l’infermità mentale, quando invece studiano i percorsi cognitivi e l’intenzionalità di tutte le attività umane”.

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