Massimiliano Varrese spiazza: “Dopo il Grande Fratello ero un cencio, un uomo provato nell’animo”

L’attore ricorda l’esperienza al Grande Fratello a tre mesi dalla fine del reality: le parole di Massimiliano Varrese sui social

90 giorni dopo essere uscito dalla porta rossa Massimiliano Varrese non dimentica quanto vissuto al Grande Fratello. L’esperienza nel loft di Cinecittà lo ha segnato fortemente e l’attore è intervenuto in queste ore sui social, tornando sul percorso compiuto nel reality di Canale Cinque, con i ricordi che restano lì, nitidi nella testa del cantante e attore che da qualche settimana ha lanciato il nuovo singolo Fai clap clap, che sta riscuotendo dati positivi dopo il rilascio. In un lungo post pubblicato su Instagram, Varrese ha scritto: “Esattamente 3 mesi fa uscivo da quella porta. Rivedendomi in quell’esatto giorno, vedo un cencio, un uomo forte provato nell’animo. Ho avuto una sola opzione. Tornare subito con i piedi al mio mondo. Il mondo dell’arte e del vero. Mai avrei pensato di essere protagonista di un viaggio interiore ed esteriore così potente, così provante. Sì, sapevo dentro di me, che sarebbe stato un viaggio molto intenso. Ho sempre saputo tutto dentro di me. Mai avrei pensato però, che avrebbe inglobato migliaia e migliaia di altre anime. 3 è il numero perfetto si dice. In questi ultimi giorni ho avuto bisogno di riflettere e fermarmi un po’ nel silenzio”.

 

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E l’attore ha voluto mettere qualcuno in guardia, verosimilmente sempre riferendosi al programma Mediaset: “Quante cose da raccontare e verità che potrebbero far venire giù un sistema intero se volessi. Sono lì, in piedi come un funambolo cercando di capire se respirare e correre su questo filo teso appena, o se fare un salto carpiato rischiando di cadere giù o di lasciare gli astanti a bocca aperta. Il rischio di sbagliare mi ha sempre premiato, come la stessa paura di essere in bilico su quel filo. Nessun mi ci ha spinto. Sono sempre stato libero e responsabile delle mie scelte. Ma a volte queste scelte sono forzate da una mano superiore, suprema, che disegna sapendo già che forma prenderanno i puntini seminati e lasciati indietro come pietre miliari”.

 

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