Verso la riapertura degli impianti sciistici: le regole da rispettare

Lunedì 15 febbraio dovrebbero riaprire le piste da sci

Dopo mesi di chiusure il 15 febbraio dovrebbe toccare agli impianti sciistici che finalmente potranno riaprire i propri battenti.

Il condizionale è d’obbligo visto il momento, i dati e la crisi di Governo che potrebbe cambiare regole e provvedimenti.

Secondo le ultime notizie gli impianti dovrebbero comunque tornare a funzionare con capienza al 50% per salvare almeno una parte della stagione invernale.

I Governatori chiedono, almeno in zona arancione, l’utilizzo dei dispositivi di protezione FFP2: una richiesta che comunque dovrà passare al vaglio del Comitato Tecnico Scientifico.

In zona rossa, invece, non dovrebbero esserci aperture: per ora comunque nessuna area italiana è in questo colore. In zona gialla si chiede invece una capienza, almeno per le seggiovie del 100%, con obbligo di mascherina chirurgia e paravento.

La portata potrebbe essere ridotta al 50% se le seggiovie venissero utilizzate con la chiusura delle cupole paravento. Per le cabinovie e le funivie, riduzione al 50% della capienza e uso obbligatorio della mascherina chirurgica.

Per skipass e fila si propone la vendita online o comunque in forma digitale per garantire il distanziamento minimo di almeno un metro.

I gestori degli impianti di risalita, dovranno garantire la gestione odinata dei flussi e delle code, applicando misure per il mantenimento del distanziamento sociale e con l’introduzione di strumenti di comunicazione in grado di informare tutti gli utenti in merito alle regole.

Agli sciatori si raccomanda di consumare cibi e bevande all’aperto e di poter mangiare nelle baite solo nel rispetto dei protocolli adottati nell’ambito della ristorazione.

Il presidente dell Fisi, Flavio Roda ha commentato: “L’unica cosa che si può dire è “mai troppo tardi”. Adesso speriamo che gli operatori possano trarne qualche sollievo. Sicuramente non recupereranno la stagione, il periodo più importante per loro sono le vacanze di Natale. Ma almeno un po’ di lavoro arriva”. 

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