Vanity Fair, in occasione dell’8 marzo, presenta Changemaker, un network di donne

Vanity Fair, in occasione dell’8 marzo, presenta Changemaker, un network di donne. I dettagli 

Vanity Fair, in occasione dell’8 marzo, presenta Changemaker, un network di donne che hanno cambiato le regole nei loro ambiti, creando impatto sociale. Un gruppo che crescerà nel tempo, con il quale fare network e riflettere su strategie concrete per superare divario di genere, gap salariale e dare vita a nuove opportunità.

Le prime 20 changemaker sono: Arianna Alessi, Tinny Andreatta, Paola Bonomo, Cristiana Capotondi, Laura Carafoli, Marina Cuollo, Charity Dago, Valentina De Santis, Giustina Destro, Daniela Fatarella, Maura Gancitano, Cristina Nonino, Claudia Parzani, Francesca Pasinelli, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Chiara Sbarigia, Donatella Sciuto, Claudia Segre, Virginia Valsecchi, Carolina Vergnano.

Protagonista della copertina e madrina del progetto, Cristiana Capotondi.

L’attrice negli anni è diventata anche imprenditrice culturale, siede nei consigli di amministrazione, è fondatrice di associazioni culturali, è stata dirigente sportiva e si lancia senza sosta in attività che sostengono il cambiamento. Per 15 anni ha condiviso amore e ideali con Andrea Pezzi e lo scorso settembre ha annunciato la nascita di sua figlia Anna. Pezzi, dal quale si era separata senza annunci nel 2021, le è stato comunque accanto nel periodo della gravidanza. «I rapporti sono ottimi anche ora», dice. Ma non aggiunge altro, vive la maternità con tenerezza e responsabilità e vuole proteggere sua figlia dall’attenzione pubblica: «Di Anna non parlo, difendo  il suo sacrosanto diritto all’anonimato».

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QUOTES:

Qual è il modo migliore per fare rete?

«Riconoscere il valore delle altre donne nella quotidianità, parlare con quelle che hanno costruito percorsi prima di te, anche in mondi diversi nei quali tu stai per entrare».

Chi vorrebbe come mentor?

«Mi piacerebbe parlare in modo continuativo con la senatrice Liliana Segre e poter fare incontri settimanali con Angela Merkel E con donne della storia che hanno conquistato spazi per la prima volta. Per esempio, mi piacerebbe dialogare con la premier Giorgia Meloni perché ha aperto la strada per noi donne».

Ora all’opposizione ci sarà Elly Schlein, femminista ed ecologista. Qualcuno ha det-

to contemporaneità vs. secolo scorso.

«È molto positivo che ci siano due donne leader, questo testimonia quanto la leadership femminile sia oggi un tema largamente condiviso. La polarizzazione del loro pensiero consente il dibattito pubblico e ci porterà ad affrontare in modo netto alcuni temi che stanno cambiando la società. Forse potremo finalmente smettere di concentrarci sul genere di un leader e interessarci alle sue idee, a come le porta avanti. Insomma, occuparci dei contenuti!».

Che cosa vorrebbe ancora fare nel cinema?

«Raccontare storie di donne che hanno a che fare con la vita reale e che hanno impatto sociale che possono essere da esempio con piccole storie straordinarie che difficilmente sarebbero oggetto di interesse collettivo. Come quella di Nome di donna di Marco Tullio Giordana che è la storia di una molestia sul lavoro di una mamma single. Il pregio del movimento MeToo è di aver dato coraggio a delle donne che vivono in contesti professionali meno esposti, meno protetti, di denunciare gli abusi»

In questi giorni si discute di fiabe e di cancel culture, quali libri di fiabe sceglierà per Anna?

«Le leggerò Le storie della buonanotte per bambine ribelli. La vita è più bella delle fiabe, meglio storie realmente accadute, leggere di qualcuno che ce l’ha fatta, le difficoltà che ha incontrato, è un insegnamento. Sarò presto Margherita Hack in un film, penso a lei, pioniera delle materie Stem che contano pochissime donne».

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