Trattativa Stato-Mafia, la Cassazione assolve gli ex Ros e Dell’Utri. Le parole di Ingroia
Trattativa Stato-Mafia, la Cassazione assolve gli ex Ros e Dell’Utri. Ecco il parere dell’ex magistrato Ingroia
La Corte di Cassazione si è pronunciata sul caso di presunta trattativa Stato-Mafia, che vedeva imputati Dell’Utri e ex agenti dei Ros. La Cassazione ha confermato la decisione in Appello, confermando l’assoluzione definitiva gli imputati «per non aver commesso il fatto», annullando la sentenza di appello che assolveva gli imputati, ma perché il fatto commesso «non costituiva reato».
Sono stati definitivamente assolti gli ex ufficiali del Ros Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno. Inoltre, è stato registrato l’annullamento senza rinvio per prescrizione, a causa della riqualificazione nella forma tentata del reato di “violenza e minaccia a corpo politico dello Stato”. Lo ha deciso la corte di Cassazione nei confronti del boss Leoluca Bagarella e del medico Antonio Cinà.
La vicenda giudiziaria nasce, scrive Il Fatto quotidiano, “secondo l’originaria impostazione accusatoria della procura di Palermo, dopo la strage di Capaci e prima di quella di via d’Amelio venne aperta una Trattativa tra alcuni esponenti delle Istituzioni e Cosa nostra: l’obiettivo era fermare la furia omicida di Riina, che voleva vendicarsi dopo che le condanne del Maxi processo”.
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«Questa sentenza assolutoria manda un segnale ai cittadini: si può minacciare lo Stato, si possono intavolare trattative con la mafia e nessuno ne risponderà penalmente. Non un bel segnale», ha commentato Antonio Ingroia. Poi aggiunge: «Sostanzialmente si riconosce che vi fu una minaccia nei confronti dello Stato, anche se ora in Cassazione si parla di una tentata minaccia. Quindi deve esserci stato quel principio di trattativa che ha dato luogo a tutto ciò. Eppure, tutti vengono prosciolti in un modo o nell’altro».
Le dichiarazioni di Ingroia, comparse su Open.it, si concludono così: «A me sembra una decisione contraddittoria. I mafiosi vengono dichiarati non assolti, ma prosciolti per prescrizione del reato. E se questo fatto non l’hanno commesso gli uomini dello Stato, allora chi lo ha commesso? Chi è l’ambasciatore di questa minaccia che ha dato luogo alla trattativa?». Con la sentenza emessa, conclude Ingroia, «lo Stato Italiano ammette di non potere e non riuscire a processare se stesso per le sue responsabilità».
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