Terremoto Turchia e Siria, cosa è successo e perché è stato così devastante
Terremoto Turchia e Siria, cosa è successo e perché è stato così devastante. A spiegare l’accaduto è stato il presidente dell’Ingv
Il bilancio dei morti in seguito al terremoto che si è verificato in Turchia e Siria è altissimo. I morti accertati sono quasi 5000, ma le stime parlano di almeno 10000 morti, con interi villaggi rasi al suolo e famiglie ancora sotto le macerie.
A spiegare perché si sia sviluppato questo terremoto e perché è stato così violento è stato il professor Carlo Doglioni, presidente dell’Ingv, al Corriere della Sera: «La placca araba – spiega Doglioni – si è mossa di circa 3 metri lungo una direzione Nordest-Sudovest rispetto alla placca anatolica; parliamo di una struttura nell’area di confine tra questo mondo, quello della placca araba, con quello della placca anatolica».
Poi aggiunge che «La faglia si è attivata per almeno 150 chilometri con uno spostamento anche superiore ai tre metri. È successo tutto in alcune decine di secondi, irradiando questo terremoto di magnitudo di 7.8,-7.9, un terremoto che viene chiamato maggiore».
Sul movimento del terremoto dice: «Parliamo di un movimento trascorrente, il piano di faglia è molto inclinato e durante l’evento si osserva uno spostamento orizzontale dei due lati della faglia». Ciò significa che «I due lembi si sono mossi l’uno relativamente all’altro. In altre parole: è come se la Turchia si fosse mossa relativamente alla placca araba verso Sudovest».
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Sulla zona dove si è verificato il terremoto dice: «Parliamo di una zona altamente sismica, una delle zone più pericolose del Mediterraneo. Nei secoli scorsi ci sono stati terremoti estremamente violenti».
L’allerta è altissima, poiché c’è il pericolo che l’evento sismico possa ripetersi: «Eventi di questo tipo – dice il direttore – possono essere seguiti da eventi altrettanto importanti se non più importanti. È successo nella stessa Turchia nel terremoto che flagellò il Paese nel 1999».
Alla domanda se ci sia un pericolo per i paesi più a occidente del Mediterraneo e quindi per l’Italia, Doglioni dice: «Sono movimenti che non si arrestano mai. Il comportamento “epidemico” è noto ma il sisma interessa una struttura molto lontana dal sistema geologico italiano. Ciò non significa che non dobbiamo tenere alta l’attenzione perché l’Italia presenta zone con una vitalità geologica sempre presente».
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